La storia di Clair Obscur: Expedition 33 affonda le sue radici in una ricerca creativa che ha attraversato i meandri di internet, molto prima che il gioco diventasse il gioiello che conosciamo oggi. Guillaume Broche, il direttore del progetto, aveva iniziato reclutando collaboratori attraverso piattaforme come Soundcloud e Reddit, un approccio non convenzionale che oggi aggiunge un fascino particolare alla genesi di questa avventura videoludica. Ciò che colpisce, ripercorrendo la storia del suo sviluppo, è la trasformazione radicale che ha subito il progetto: da concept rudimentale a capolavoro sofisticato con oltre 150 tracce musicali e un'estetica raffinata che ha conquistato la critica.
Nel 2019, quando il gioco era ancora nelle sue fasi embrionali e portava il titolo provvisorio "We Lost", Broche pubblicò un annuncio sul subreddit r/RecordThisForFree. Con una certa dose di speranza e ambizione, scriveva: "Concluderò dicendo che se questo progetto decolla, vorremmo probabilmente continuare a lavorare con voi per il resto del progetto come membri del team". Quell'appello, lanciato nel vuoto della rete, rappresentava il primo passo di un'odissea creativa che avrebbe dato vita a una delle sorprese più gradite nel panorama videoludico recente.
Un utente del subreddit r/Expedition33, noto come Palmoleum, è riuscito a recuperare una versione salvata del trailer originale, ora reso privato, condivisa da un amico. Il filmato, visibilmente grezzo rispetto al prodotto finale, rivela quanto sia stato significativo il processo evolutivo del gioco. I dialoghi, affidati a voci robotiche generate da software text-to-speech, suonavano artificiali e melodrammatici: "Li hai uccisi tutti?" chiedeva una voce meccanica, a cui seguiva una risposta altrettanto rigida: "A questa domanda non ho risposta. Mentre pulisco la mia lama dal sangue degli innocenti, mi chiedo: non è rimasto nessuno da salvare? Ora tutto finisce. Voltiamo le spalle all'umanità mentre la condanniamo. Questa era la nostra storia. La storia di come abbiamo combattuto. E la storia di come abbiamo perso."
Sebbene il tono esistenzialista fosse già presente, l'estetica e il gameplay hanno subito trasformazioni sostanziali. Il trailer mostra l'assenza dei Quick Time Event in stile Paper Mario che caratterizzano la versione finale, così come mancano completamente i sistemi di parata e schivata. Questo suggerisce che inizialmente Expedition 33 era concepito come un JRPG molto più classico, prima di evolversi nell'affascinante ibrido di generi che conosciamo oggi.
Gli ambienti mostrati nel trailer preliminare rivelano scenari più futuristici e steampunk, indicando che la distintiva estetica pittorica che ha contraddistinto il gioco finale non era ancora stata definita. Le ambientazioni, i personaggi e persino l'interfaccia utente mostravano un approccio completamente diverso, più convenzionale e meno audace rispetto alla direzione artistica poi adottata da Sandfall Interactive.
La trasformazione da "We Lost" a "Clair Obscur: Expedition 33" rappresenta un caso esemplare di evoluzione creativa, dove un concept iniziale acerbo si è gradualmente raffinato attraverso anni di sviluppo, sperimentazione e probabilmente innumerevoli ripensamenti. Il confronto tra la versione primordiale e il prodotto finale offre una rara finestra sul processo creativo che sta dietro allo sviluppo di un videogioco di successo.
Riflettendo su questa metamorfosi, emerge un'importante lezione: giudicare un progetto dalle sue fasi iniziali può portare a conclusioni affrettate e spesso errate. Se un critico avesse visto quel primo trailer rudimentale, avrebbe probabilmente dubitato della capacità del team di realizzare qualcosa di veramente speciale. La realtà ha dimostrato il contrario, regalandoci un'esperienza videoludica che ha saputo conquistare il pubblico grazie alla sua unicità e alla sua visione artistica audace.