Linux si riaffaccia su PS3, Sony se la prende con tutti

Linux, dopo essere stato spazzato via dalla PS3 con un firmware ufficiale, torna a mostrarsi sulla console Sony grazie al lavoro degli hacker.

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a cura di Manolo De Agostini

Gli hacker riportano Linux sulla Playstation 3 e Sony alimenta la sua battaglia legale. Sono queste le due novità principali nella guerra tra la comunità hacker e la casa nipponica. La prima riguarda la funzionalità altri sistemi operativi, rimossa da Sony sulla PS3 modello Fat con il firmware 3.21.

Nel corso del weekend l'hacker graf_chokolo ha riportato Linux sulle console dotate di firmware 3.41, precisamente una distribuzione Debian. "La distribuzione è una normale PPC64 Linux senza alcuna modifica, tutto quello che ho cambiato è stato l'Hypervisor. L'ho modificato in modo da avviare il bootloader da VFLASH e la distribuzione dall'hard disk. In sostanza ho implementato la funzionalità Dual Boot GameOS+OtherOS nell'Hypervisor".

Debian su PS3

Sempre sul tema Linux e PS3, è apparso in Rete un video di una PS3 con custom firmware 3.55 (la penultima versione) in grado di avviare il sistema operativo open-source. Il tutto però, secondo le informazioni disponibili, avrebbe richiesto una connessione LAN della console a un PC, e quindi sembrerebbe sia stato il PC a svolgere la maggior parte del lavoro.

Nel frattempo Sony non vuole perseguire solo Geohot e i componenti del team fail0verflow, ma sta cercando di portare in tribunale anche altri hacker ormai ben conosciuti nel panorama di PS3. Secondo quanto riportato da PSX Scene, l'azienda ha in programma di presentare un mandato di comparizione per alcuni siti Internet, tra cui PSX-SCENE, Youtube, Twitter, Paypal e Slashdot nel tentativo d'individuare nuovi imputati come "Cantero, Peter, Bushing, Segher, hermesEOL, kmeaw, Waninkoko, grafchokolo e kakaroto", ha scritto proprio PSX Scene.

L'obiettivo sembrerebbe quello di "tagliare le gambe" a chi sta portando avanti la maggior parte dei lavori sulla scena dell'hacking di PS3. Sembra quasi un tentativo di salvare il salvabile, creando un po' di cosiddetto terrore (Hacker PS3: Sony paga errori infantili, non può nulla) che potrebbe frenare l'arrivo non tanto di software homebrew o custom firmware, ma ciò che preoccupa di più l'azienda: la pirateria.