Neon White | Recensione

La nostra recensione di Neon White, un videogioco folle ma assolutamente divertente che abbraccia uno stile platform e

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a cura di Nicholas Mercurio

Un assassino, il Paradiso e tante morti. Non potremmo aprire diversamente la nostra recensione di Neon White, sviluppato dal talento di Angel Matrix e Ben Esposito, pubblicato da Annapurna Interactive, il celeberrimo publisher di videogiochi come Solar Ash e Outer Wilds, due videogiochi che, seppure con idee diverse, sono state capaci di offrire esperienze uniche e di regalarci così tante ore di divertimento che ne vorremmo passare altre cento in sua compagnia.

Stiamo parlando di produzioni meravigliose, di opere folli e fuori scala, che si sono ritagliate uno spazio nel panorama indipendente, elevandosi al di sopra delle attese. Neon White, tuttavia, parte da idee differenti: è un videogioco che ci aveva attirato sin dal suo annuncio, vuoi perché aveva un concept intrigante, vuoi per il suo stile folle, tra anime e visual novel, con un risultato finale che ha saputo convincere e sorprendere dall’inizio alla fine.

Non potevamo, infatti, chiedere di meglio: prima che pensiate di trovarvi davanti al solito videogioco da concludere e lasciare lì, sappiate che Neon White non è pensato affatto per questo. Ma procediamo con ordine, dal Giorno del Giudizio, da quando l’umanità conobbe gli astri, il cielo e Nostro Signore, circondato dagli angeli, dalle anime dei giusti, dei garbati, dei buoni e degli immacolati, un tempo peccatori ma ora, redenti e placidi, pronti a servirlo, in attesa del decimo giorno, l’ultimo e il peggiore. Quello che decreterà la fine della luce, la fine di ogni cosa, la fine di noi, la fine del mondo e la fine dell’Universo… insomma, moriremo tutti.

Un Paradiso (non) per tutti

Impersoniamo White, un assassino che si ritrova casualmente in Paradiso, inizialmente sicuro di finire tra le fiamme dell’Inferno assieme a tanti altri cattivoni che hanno seminato panico e distruzione per il mondo. Sorpreso invece di essere accolto nel Regno dei Cieli dopo le sue malafatte compiute in vita, White scopre di essere la mano sinistra dei Credenti, che amministrano e gestiscono i Nove Cieli, aiutando le anime più candide ad ambientarsi nella luce perpetua ed eterna di questo regno ancestrale. Neon non è altro che la classica manovalanza utile per risolvere situazioni sgradevoli e uccidere i Demoni, delle creature spietate che minacciano il Paradiso e i suoi abitanti, generate direttamente dallo stesso Inferno da cui il protagonista sta sfuggendo, ormai abituato alla pace del Regno dei Cieli, tanto da sperare di rimanerci il più a lungo possibile.

In tal senso, White è un Neon, un guerriero capace di cose straordinarie che, come tanti altri, svolge il compito di guardiano e assassino delle anime innocenti, le stesse che in vita non ha mai salvaguardato, prodigandosi ad accompagnarle dal Cupo Mietitore, diventando al tempo il suo più grande alleato. Ma ormai questo è il passato e, passando a miglior vita, ci piace immaginarlo addirittura cambiato, più forte, più deciso e migliore. Certo, è sempre violento, fa uso di armi non convenzionali e uccide senza pietà, ma ora ha un obiettivo più alto e concreto: proteggere un luogo che non si sarebbe mai aspettato di raggiungere e i suoi abitanti, di cui sa poco e nulla. Tutto ciò che non ha mai fatto in vita, insomma, lo ripaga nella sua nuova esistenza ultraterrena e mistica, lontano dalle fiamme con cui spera di non avere mai a che fare.

La narrazione di Neon White gira tutta attorno a White, alla sua evoluzione e ai dialoghi con gli altri protagonisti delle vicende. Non facendo troppi spoiler, ci sono altri Neon in Paradiso e tutti loro hanno compiuto gesti indicibili e discutibili in vita, aggiudicandosi l’entrata nel Regno dei Cieli a fatica e, seppure con molto riserbo, convincendo l’Altissimo e tutti i suoi accoliti ad accoglierli.

I dialoghi, sviluppati e strutturati come una visual novel, sono convincenti, ironici e divertenti, e non si accontentano di confezionare una trama banale e stereotipata, delineando cosa è giusto, cattivo, buono e inaccettabile nella morale del mondo. Nel Paradiso, a nessuno importa cosa abbiano fatto White e i suoi compagni, anche se il peso delle loro azioni in vita è stato determinante.

La scrittura scelta per gli avvenimenti e il loro susseguirsi, infatti, risulta matura e avvincente, perché delinea una storia che sorprende, fa riflettere e intrattiene in maniera semplice e per nulla scontata, lasciando da parte la banalità per concentrare le sue energie sulla costruzione del protagonista in tutte le sue sfumature. White è ironico, spiritoso, sarcastico e fa spesso battute ingannevoli alle volte facendo il cascamorto e in tante altre occasioni comportandosi come se nulla fosse, mentre continua imperterrito la sua missione. Come tutti i Neon indossa una maschera che gli nasconde il volto, ed è un indumento importante, poiché lo differenzia dai Credenti e dagli Accolti del Regno dei Cieli, conferendogli un aspetto sicuramente meglio definito.

Come accennavamo prima, la trama segue un ritmo ironico e un taglio sarcastico, strappando alle volte ben più di qualche risata, ma nasconde ben altro al suo interno: è anche triste, malinconico e nostalgico. Senza rivelarvi troppo, Neon White è forte di una storia capace di appassionare e sorprendere, arrivando all’obiettivo senza troppe complicazioni. Tutto è concentrato perché il giocatore, durante la sua prima run, conosca ogni sfumatura del Paradiso attraverso i personaggi.

A riguardo, la sceneggiatura esaltante intrattiene e regala, oltre a visioni differenti del mondo di gioco, anche un ottimo approfondimenti sugli NPC con cui interagiamo, conoscendo meglio cosa ruota attorno a questo mondo rigoglioso e stracolmo di luce, sebbene sia in realtà triste e sofferente. A tal proposito, il racconto si svolge rapidamente e va dritto al punto, concentrandosi sui suoi elementi vincenti, specie attraverso il suo stile da visual novel, che permette di godere su schermo di un’ottima rappresentazione delle vicende, vivendole in prima persona. Una nota di merito è tutta racchiusa nel personaggio di White che, una volta conosciuto e approfondito meglio, si dimostra maturo e convincente. Non potevamo chiedere di meglio ad Annapurna e ad Angel Matrix, che ha delineato e scritto un protagonista con i fiocchi.

Ezechiele 25.17: la corsa dell’assassino timorato…

Potremmo riassumere Neon White in poche semplici righe, ma ovviamente non è da noi, perché di fatto il suo game design è ben più articolato di quanto potremmo immaginare. Neon White è uno shooter in prima persona con elementi da videogioco a piattaforme, con un’interfaccia intuitiva e chiara, utile per chiunque non sia avvezzo a videogiochi simili. Potremmo dire che si corre, si spara e si uccide, tralasciando una spiegazione esaustiva, rischiando di essere scontati. E neanche questo è da noi, infatti Neon White è un videogioco costruito con intelligenza e sensibilità, forte di un gameplay che crea dipendenza e non lascia scampo, facendo passare i suoi difetti più miserevoli in secondo piano. Se da una parte si spara, superando i vari livelli necessari per avanzare nell’esperienza, dall’altra si affrontano i nemici con una katana, utilissima nei momenti concitati e quando non si dispone delle carte necessarie, che possiamo selezionare a nostro piacimento in base alle situazioni e alla complessità dei livelli che ci troviamo ad affrontare nel corso del viaggio.

Partiamo però dal principio, ovvero dall’hub principale: qui possiamo chiacchierare con gli altri personaggi o, in alternativa, addirittura ripetere le stesse missioni per accrescere il nostro grado Neon, permettendoci così di accedere alle nuove aree, da risolvere come se fossero dei puzzle. È infatti il loro approccio ad averci stupito, perché si riflette sull’utilizzo delle carte mentre il dinamismo delle azioni e la spettacolarità prendono il sopravvento, facendoci diventare non soltanto parte dell’esperienza, ma la sua massima espressione.

In tanti videogiochi, spesso, ci domandiamo come il game design con le sue caratteristiche possa sorprendere, e Neon White – diciamolo e urliamolo – lo fa con convinzione, maturità e complessità, definendo al contempo una natura ludica intricata ma appagante. Le carte, in tal senso, rappresentano il punto nevralgico dell’intero videogioco, poiché possiamo selezionarle, cambiarle e sistemarle a nostro piacimento e, affrontando i livelli, è possibile addirittura sceglierle in base alle situazioni. Alcune sono carte abilità, che possono farci saltare più in alto, altre sono carte su cui sono raffigurate le armi, dove possiamo equipaggiare una mitraglietta, un fucile e una pistola.

La mitraglietta, oltre a sparare, può permetterci di raggiungere dei luoghi distruggendo degli ostacoli verso il basso, mentre la pistola ci permette di fare un balzo in più o il fucile di trasferirci da una parte all’altra di un dirupo, permettendoci così di accedere a una zona che altrimenti irraggiungibile se facessimo un salto. Ogni livello è stato costruito diversamente, con cura e attenzione, sia per dare varietà che una libertà d’approccio più marcata e scrupolosa, che soltanto poche produzioni sono abituate a mantenere, con la sola differenza che Neon White, al contrario di altre produzioni, è un videogioco originale e inedito.

È difficile, sia chiaro, soprattutto dopo aver raggiunto un certo grado, con il tempo che corre via, rappresentando una minaccia vera e proprio. Non sono tanto i nemici, quindi, a impensierirci più del dovuto ma è il tempo, che può essere ben più minaccioso di un demone assettato di sangue. Per superare ogni livello, infatti, possiamo accontentarci del bronzo, ma c’è il rischio di arrivare alla fine di ogni missione senza poter accedere alla successiva, costringendoci a ripetere all’infinito le stesse azioni, dall’inizio alla fine, per arrivare alla valutazione oro, la più complessa da ottenere.

Tutto questo, però, funziona perché si amalgama con le altre caratteristiche della produzione, spingendoci a raggiungere il grado più alto e la valutazione oro per superare altri livelli. È un metodo classico, non molto innovativo, eppure è funzionale e divertente, unico nel suo genere e totalizzante. È un gameplay che provoca un’adrenalinica dipendenza e che spinge quasi a non staccarsi più dalla produzione, poiché stupisce e lascia di stucco per la profondità che traspare al suo interno quanto per le tante azioni che compiamo mentre risolviamo i livelli.

Neon White, insomma, non è semplicemente un videogioco fatto di salti, schivate, tempistiche giuste e intelligenza, oltre ad abilità: è una produzione che confeziona, attraverso un modello classico, un gameplay caratteristico e unico nel suo genere. È qualcosa che non riesce a tutti, considerando che questo videogioco, affacciandosi al mercato Nintendo, si propone a una fetta di pubblico estremamente fidelizzata e agguerrita, e che non è soprattutto semplice convincere. A detta nostra, però, Neon White si dimostra un Ghostrunner meno complicato, più immediato e decisivo, senza nulla togliere alla genialità proposta da One More Level quasi due anni fa.

Se non altro, è la produzione che più si avvicina a degli standard qualitativi tipici dei videogiochi più blasonati, con la sola differenza che Neon White è una perla con un fortissimo carisma, uno dei più sorprendenti che ci sia mai capitato di avere tra le mani e provare con mano. Cosa serve al mercato, d’altronde, se non tutta questa originalità e genialità che possa, allo stesso tempo, interfacciarsi con tutti i giocatori e non solo con gli appassionati? La risposta, anni fa, sarebbe stata un’altra e tutti – più o meno – avremmo detto Cuphead, Hades o chissà che altro. Neon White, però, ha alzato a dismisura l’asticella qualitativa, proponendo non solo una storia unica e intrigante, ma pure un gameplay che ci siamo goduti per circa trenta ore, un numero quantitativo generoso e che potrebbe sicuramente attrarre i più esigenti.

Adrenalinico, folle, unico: lo stile di Neon White ci ha fatto innamorare

E cosa dire, poi, della direzione artistica? Il design ambientale, specie durante le fasi visual novel, ci ha incantato piacevolmente come i personaggi, affascinanti all’occhio oltre che nella forma. Ricordano, se non altro, alcuni degli anime più conosciuti degli ultimi anni, eppure si comportano in maniera più esagerata e sarcastica, non lasciando da parte il loro lato più malinconico e triste, gestito tuttavia con intelligenza.

I vari livelli, costruiti con un level design semplice e intuitivo, sono sia stati capaci di metterci in difficoltà quanto di stupirci e lasciarci di stucco per quanto vedevamo a schermo, mentre le azioni che compivamo si differenziavano e le varie strutture che scoprivamo – di cui non abbiamo mai fatto a meno – ci permettevano di calarci in un’atmosfera inaspettata e godibile. Complice anche il sound e le composizioni musicali, la produzione ci ha intrattenuto, accompagnato per mano e ci ha dato così un pretesto ulteriore per infoltire la nostra playlist su Spotify.

Inoltre, curare l’aspetto grafico di un gioco simile non è semplice, e su Nintendo Switch è stato fatto un miracolo, tanto che nella nostra prova non abbiamo avuto problemi di alcun genere ed è stato tutto liscio. Il frame rate, in tal senso, è stabile sui trenta fotogrammi al secondo mentre i tempi di caricamento, nonostante leggermente lunghi, non ci hanno mai creato problemi di alcun genere. I comandi, alle volte difficili da gestire su Nintendo Switch Lite, ci hanno costretto a ripetere alcuni livelli, che però abbiamo superato senza troppe complicazioni.

Un altro dettaglio rilevante, fondamentale per certi videogiochi, è la presenza della localizzazione in italiano: i dialoghi, dall’inglese alla nostra lingua, sono infatti ben tradotti e stimolanti, anche se non è presente il doppiaggio in italiano, un vero peccato considerando tutte le altre caratteristiche positive della produzione targata e pubblicata da Annapurna Interactive, che ancora una volta si dimostra la solita fucina di talenti di cui ormai non si può più fare a meno.

In conclusione, Neon White è un videogioco con una struttura ludica divertente, appagante e stimolante, rappresentando un prodotto unico nel suo genere. Maturo e assuefacente, crea dipendenza e voglia di sorprendersi, ed è la dimostrazione di quanto un’opera curata e costruita con intelligenza possa dire la sua in un mercato saturo, superando addirittura certe produzioni blasonate. È l’ennesimo punto segnato da Annapurna Interactive, che sembra non sbagliare neanche più un colpo.