Non chiamatelo sparatutto

Recensione di Far Cry Primal, la nuova avventura in soggettiva di Ubisoft che trascina i giocatori in un pericoloso e sconfinato mondo preistorico.

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a cura di Tom's Hardware

Non chiamatelo sparatutto

Far Cry Primal è l'ultimo rappresentante di una fortunata saga di sparatutto, ma come potete immaginare l'ambientazione preistorica costringe a diverse scelte a livello di gameplay. La più importante è sicuramente l'assenza di armi da fuoco, sostituite da clave, lance e archi.

Ovviamente non ci sono nemmeno negozi per fare acquisti, dunque dovrete darvi da fare raccogliendo risorse e creando armi e oggetti utili alla vostra sopravvivenza. Il sistema di crafting è intuitivo, e ogni arma si può potenziare diverse volte, a patto di progredire nella storia e di migliorare il proprio villaggio.

Far Cry Primal  (6)

In Far Cry Primal bisogna infatti preoccuparsi anche della sorte della propria tribù, reclutando i membri più importanti - segnati sulla mappa - per imparare abilità utili e creare armi sempre più potenti. L'upgrade delle varie capanne del villaggio richiede numerose risorse, più o meno rare. I primi miglioramenti saranno una passeggiata, ma andando avanti dovrete darvi da fare nel recuperare legni e pietre più rare.

Il cuore del gioco, come da tradizione, è rappresentato dai combattimenti, e su console la mira leggermente assistita facilita la vita ai giocatori, anche se spesso bisogna aguzzare la vista per stanare i nemici nella fitta boscaglia. Inutile dire che non vediamo l'ora di testare la versione PC per mirare con cura usando il mouse.

Le attività da svolgere sono incredibilmente numerose e comprendono la raccolta di oggetti collezionabili, sessioni di caccia ad animali rari, la conquista d'insediamenti nemici e le immancabili esperienze mistiche, ognuna con le sue regole e ambientazioni psichedeliche.

Far Cry Primal  (4)

La quantità di contenuti disponibili è enorme, come da tradizione per ogni gioco open world che si rispetti. Anche la sensazione di familiarità, tuttavia, è elevata, soprattutto per chi ha giocato i titoli precedenti della saga. Dopotutto le cose da fare non sono poi così diverse, cambia solo l'ambientazione, che in questo caso diventa la vera protagonista del gioco.

Le lande di Oros sono infatti un vero piacere da esplorare, e ad essere sinceri ho trovato più divertenti i picchi innevati a nord delle lussureggianti e rigogliose vallate. Avventuratevi in mezzo alle neve con i vostri mutandoni preistorici e congelerete in men che non si dica. Ripetete l'esperienza dopo aver realizzato una calda pelliccia e sopravvivrete un po' più a lungo. La tensione dovuta dall'evitare i congelamenti è un'aggiunta azzeccata, che cambia drasticamente il ritmo delle vostre altrimenti placide esplorazioni.