Recensione NBA 2K18, un passo avanti e due indietro

L'ultima istanza di della serie 2K dedicata all'NBA si propone come la simulazione di basket definitiva. Sarà riuscita la serie a migliorarsi quest'anno?

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a cura di Francesco Dellagiacoma

NBA 2K18

 

NBA 2K18 si propone come la simulazione di basket "definitiva", ma se da una parte il gameplay consolidato e le licenze forniscono un'esperienza di gioco molto piacevole, dall'altra alcune scelte particolari e dei problemi tecnici nella versione PC impediscono al titolo di ottenere una valutazione superiore.

NBA 2K18

CONTRO: Problemi tecnici e cali di frame-rate soprattutto nella modalità "quartiere"; Navigazione nei menù scomoda; Filmati che non possono essere saltati; Transazioni in-game assolutamente fuori luogo; Necessità di essere connessi per avere accesso a tutte le funzionalità; Grafica migliorabile; Hanno tradotto Lavar Ball con "Lavar Palla".

VERDETTO: NBA 2K18 è una medaglia a due facce: da una parte abbiamo un fantastico gameplay, impegnativo e divertente, che ci immerge totalmente nel mondo della palla a spicchi. Licenze ufficiali, giocatori ben realizzati, tantissime modalità e tanto da fare. Dall'altra parte ci ritroviamo a dover affrontare problemi tecnici, menù poco navigabili, una modalità quartiere interessante, ma poco funzionale, e soprattutto la presenza di microtransazioni per accelerare la crescita del nostro giocatore. Un'occasione sprecata a metà.

Torna la simulazione di basket più famosa degli ultimi anni: NBA 2K18, un titolo dal gameplay più che consolidato che decide di approfondire l'esperienza di gioco all'inverosimile con moltissime modalità, tra le quali spicca quella carriera, sicuramente la più interessante, ma anche quella con più difetti.

Tra qualche problema tecnico, un motore grafico che dovrebbe essere rinnovato, ma tantissima atmosfera da vero parquet, ecco la nostra analisi dell'ultima fatica di Visual Concepts.

THIS IS WHY WE PLAY

I fattori che rendono NBA 2K18 una simulazione di basket di buon livello sono sostanzialmente tre: il gameplay, l'atmosfera e la profondità del titolo. Cominciamo parlando del primo, che si contraddistingue per essere veramente completo, complesso e divertente. Scendere in campo in 2K18, che sia per una partita amichevole o in una gara stagionale della propria carriera da manager dona un sacco di divertimento, grazie alla realizzazione impeccabile da parte degli sviluppatori.

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Thomas prima del passaggio ai Cavs

Layup, pick and roll, schemi e movimenti caratteristici dei giocatori ci sono tutti: a livello di fluidità quest'ultimo capitolo della saga raggiunge livelli eccellenti, donandoci un'esperienza di basket completa e a tratti incredibile. A volte sembra di assistere a una vera e propria gara della regular season della lega americana, grazie ad un'accuratissimo studio dei giocatori e delle strategie dei team.

A livello di gameplay possiamo dire senza dubbio che NBA 2K18 è veramente perfetto e se per cominciare a giocare non si fa molta fatica, per riuscire a eseguire bene le transizioni, i movimenti difensivi e gli schemi più complessi è necessario allenarsi, sia a livello di memoria muscolare e sia mentalmente, imparando a riconoscere ogni situazione all'istante. Chiamare un raddoppio, scegliere di marcare un giocatore dalla distanza o a contatto sono scelte che possono portare la squadra avversaria a fare canestro in un attimo, soprattutto alle difficoltà più alte.

Sottolineamo inoltre un'ottima intelligenza artificiale, che permette sia nelle fasi difensive che in quelle offensive di giocare in maniera naturale. Non è necessario infatti continuare a cambiare giocatore e affidarsi al computer, marcando solamente il proprio uomo, è spesso la scelta migliore. Come già detto, per prendere confidenza con meccaniche così realistiche c'è bisogno di una certa pratica, ma la soddisfazione di eseguire schemi complessi e andare a canestro in maniera realistica è molto più grande che schiacciare i tasti freneticamente sperando di appoggiarla al ferro. NBA 2K18 è puro realismo ma riesce a non essere fustrante, risultato di un perfetto bilanciamento che rende il gameplay sorprendente e meraviglioso. 

nba2k18

Se da una parte abbiamo il gameplay di basket più realistico di sempre, dall'altra ad accompagnarlo c'è una cura maniacale per il dettaglio. Ogni giocatore è rappresentato con le proprie espressioni, i propri movimenti e le esultanze caratteristiche. I modelli sono precisi, con tanto di tatuaggi e tagli di capelli corretti.

Tutto questo è accompagnato da un uso delle licenze sorprendente: campi da basket, scarpe, canotte, pantaloncini, il mitico Shaq nello show pre-partita. Insomma, c'è proprio tutta l'NBA come la conosciamo, a momenti ci siamo sorpresi di non sentire le voci di Tranquillo e Buffa a commentare, ma forse quello sarebbe stato un po' troppo.

Gli amanti dell'NBA troveranno quindi tutto lo spettacolo offerto dalla lega ed è inutile dire che questo fattore è uno dei punti fondamentali che Visual Concepts è riuscita a migliorare ulteriormente. Abbiamo un commento delle partite di ottimo livello, accompagnato da effetti sonori che non fanno altro che aumentare l'immersione nel titolo. Un ottimo lavoro che ci ha lasciati con la bocca aperta!

nba 2k18

L'ultimo asso nella manica di NBA 2K18 è sicuramente la profondità del gameplay e la presenza di un numero impressionante di modalità da provare. È possibile lanciarsi al volo in una partita, scegliere di affrontare la modalità carriera - da giocatore o da general manager - oppure divertirsi con tutte le altre tipologie di gioco offerte dal titolo. Se da una parte gli 1vs1, 2vs2, ecc. possono sicuramente aumentare la longevità del gioco, dall'altra il fiore all'occhiello della serie è sicuramente la modalità carriera, che andremo ora ad approfondire.

Creiamo il nostro personaggio in pochi minuti: un giovane "baller" che non è stato draftato, soprannominato DJ dagli amici, che vuole a tutti i costi essere sulla copertina del prossimo 2K. Così inizia la nostra carriera, che ci metterà di fronte a varie scelte sin dall'inizio: ruolo, altezza, peso, archetipo primario e secondario e così via. Ognuna di queste scelte comporta vantaggi e svantaggi, rendendo la propria creazione unica e - quasi - inimitabile. Insomma niente Michael Jordan con il tiro da 3 di Allen, il fisico di Shaq e la velocità di Westbrook. Creare il proprio giocatore implica dei compromessi, che possono essere spezzati solamente tramite una faticosa maratona fatta di allenamenti e sudore.