Recensione World to the West, un po' di Teslagrad su Switch

World to the West approda su Nintendo Switch. Come se la saranno cavata i quattro personaggi nell'opera di Rain Games?

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a cura di Martina Fargnoli

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World to the West

 

Il viaggio verso Ovest non può dirsi tale senza una squadra di personaggi dalle più disparate personalità; a questi si aggiungono un tocco di magia e mistero e gli ingredienti base sembrano esserci tutti. L'universo di Teslagrad, prima opera di Rain Studios, si espande in questa nuova avventura ma senza la stessa incisività.

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CONTRO: eccessivo backtracking che mina l'esplorazione; artisticamente poco ispirato e tempi di caricamento tra uno scenario e l'altro.

VERDETTO: Rain Games fa un passo avanti rispetto a Teslagrad decidendo di dedicarsi a un'avventura 3D con visuale isometrica, ma al contempo fa qualche passo indietro, basando la struttura dell'esplorazione di questo mondo più aperto sul backtracking e un ritmo di gioco lento. La suddivisione in capitoli, con l'introduzione di ogni singolo personaggio, potrebbe anche funzionare se terminata questa fase introduttiva e un po' frenata si lasciasse la possibilità di risolvere i puzzle ambientali operando con maggiore sinergia. Sul fronte tecnico, rispetto alla versione PC, il difetto più evidente sta nei tempi di caricamento nel passaggio da uno scenario all'altro.. Nota positiva è l'assenza di bug critici o fastidiosi.

Rain Games, dopo aver raccolto consensi con il suo platform 2D Teslagrad, ha deciso di cimentarsi con World to the West, un action adventure in tre dimensioni che riprende parte della filosofia della loro opera prima mettendo sempre al centro gli enigmi ambientali ma tentando di ampliarne gli orizzonti percorrendo la strada del gioco d'avventura dove l'esplorazione dovrebbe essere uno dei punti cardine. La strada intrapresa dallo studio norvegese è però lastricata insidie e formule non del tutto soddisfacenti. 

A far da filo conduttore tra i due universi c'è il richiamo ai Teslamanti e alle loro tecnologie, mentre la premessa magico-mistica che muove le fila del racconto narra di un'antica profezia, del suo popolo e di un marchingegno che non può assolutamente finire nelle mani sbagliate.

World To the west

I quattro protagonisti vengono così riuniti in modo un po' frammentato, ma ognuno avrà una sua storia da raccontare e delle motivazioni che lo spingono a intraprendere questo viaggio mentre sullo sfondo, da dettagli e incisioni, si potrà apprendere qualche informazione di contesto sull'universo di World to the West. 

La squadra è ben attrezzata e si può contare sulle più varie personalità, tratteggiate da Rain Games in modo caricaturale e con un pizzico di ironia. Troviamo Lumina, una teslamante, in grado di teletrasportarsi a breve distanza, attivare piattaforme e usare il suo bastone sia per combattere che per risolvere i puzzle e Knaus, un bambino munito di vanga con la quale può scavare in alcune zone del terreno e passare indisturbato, o può infilarsi in minute gallerie ma in quanto a forza di attacco potrà soltanto stordire i nemici.

Miss Teri, un'esploratrice ingaggiata per recuperare tesori e manufatti, è molto agile e con la sua sciarpa può attraversare crepacci usandolo a mo' di rampino, ma la sua abilità sicuramente più interessante è quella di piegare al suo volere le creature e fargli compiere una serie di azioni predefinite a seconda della creatura controllata. Conclude il quartetto Lord Clonington, un uomo forzuto, il più abile nel combattimento grazie alle sue rincorse e la forza nei pugni per spaccare rocce e ostacoli.

World to the West

Le fasi iniziali ci permetteranno di controllare un personaggio alla volta, ma anche nel caso in cui si abbia in squadra più di un personaggio, si dovrà controllare singolarmente. Il mondo di gioco è studiato attentamente, progettato in modo che ogni individuo possa aprirsi una via dove altri magari non riescono, o può spianare la strada per il futuro passaggio di un compagno.

Sotto questo punto di vista il lavoro meticoloso di Rain Games è encomiabile, ma navigare da un punto a un altro spesso non è così piacevole come può sembrare dalle prime battute.