Riders Republic | Abbiamo provato la Trial Week

Abbiamo provato la Trial Week di Riders Republic per comprendere come sia proseguito lo sviluppo del titolo a pochi giorni dall'uscita.

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a cura di Andrea Maiellano

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A due mesi dal nostro ultimo incontro con Riders Republic, torniamo a lanciarci giù dai canion con la nuova produzione di Ubisoft Annecy grazie alla Trial Week. Questa nuova versione di prova, altro non è che una demo a tempo, che può essere utilizzata per un massimo di quattro ore complessive, che ricalca quanto già visto nella precedente beta a invito e permette a chiunque di provare con mano la nuova produzione dedicata agli sport estremi targata Ubisoft, prima del suo lancio ufficiale il prossimo 28 ottobre.

In realtà la Trial Week di Riders Republic ripropone quasi pedissequamente quanto già mostratoci durante la precedente beta, con alcune infinitesimali differenze qua e la nell'interfaccia utente. Avviata questa versione di prova ci verrà chiesto quale tipologia di controlli per i trick vorremo usare (opzione modificabile a piacimento dal menu di pausa in qualsiasi momento di gioco), ci verrà offerta la possibilità di creare un avatar attraverso un editor molto basilare e saremo lanciati immediatamente nel vivo dell'azione.

Senza eccessivi fronzoli, ed evitando di dilungarsi in futili presentazioni, la voce della conduttrice di Ridge TV ci offre una panoramica rapida di dove ci troviamo nel mentre che la cinematica iniziale si va a congiungere in maniera naturale con i primi minuti di gioco, scagliando il nostro avatar su un dirupo scosceso, a bordo di una bici da Downhill.

Al momento ci serve sapere solo che attraverso i grilletti possiamo accelerare e frenare e che tramite i bumper abbiamo la possibilità si compiere uno scatto, per guadagnare terreno contro i nostri avversari, o riavvolgere una manciata di secondi della nostra corsa in caso finissimo fuori pista. Il rewind non è un salvavita, infatti influisce solo sulla nostra performance e non su quella dei nostri avversari. Il motivo è presto spiegato, ognuno degli atleti presenti nel mondo di gioco è un giocatore reale, un piccolo ma importante dettaglio che rende molto più viva l’ambientazione offerta da Riders Republic.

Nemmeno il tempo di riprendersi da un paio di rovinose cadute, che sorpassiamo il traguardo, il mix tape che si diffonde dagli altoparlanti incalza ritmo, e volume, e un’ampia rampa di legno ci fa lanciare nel vuoto. Una breve cinematica si interala all'azione di gioco e scorgiamo un gruppo di atleti librarsi in volo attraverso i canyon con dei Jetpack allacciati saldamente alle loro schiene. una rapida transizione si adopera nel darci il controllo di uno di questi atleti e in una manicata di secondi ci troviamo a sorvolare uno dei 6 parchi che compongono l'immensa mappa di Riders Republic.

La prossima è una sfida semplice: passare attraverso dei checkpoint nel minor tempo possibile, evitando di schiantarci sulle rocce del canyon che stiamo sorvolando e senza entrare in traiettoria con le cime degli alberi della foresta sottostante. Il mood è più rilassato rispetto alla vertiginosa discesa in bici di qualche minuto prima ma la vista è spettacolare e vedere così tante icone che si spostano sugli sterrati sottostanti ci restituisce ulteriormente la sensazione di sorvolare un mondo di gioco vivo, pulsante e che mette la libertà al primo posto.

La breve tratta con il Jetpack termina sorvolando una cima innevata dove l'ennesima transizione ci affida il controllo di un altro personaggio, impegnato a compiere trick con gli sci indossando un’enorme testa da panda. I comandi cambiano sensibilmente in questa sezione e i vibe ci riportano alla mente le sfide arcade di titoli quali Coolboarders e SSX. La nostra discesa si rivela divertente, non eccessivamente lunga ma molto automatizzata, e guidata, per quanto riguarda la composizione dei trick.

Il Il frenetico tutorial di Riders Republic termina con una schermata di caricamento, onestamente speravamo in in una dissolvenza maggiormente adrenalinica viste le premesse iniziali, e la voce di Suki da il benvenuto al nostro avatar al Riders Ridge, l’ampio HUB di gioco di Riders Republic.

Qui abbiamo la possibilità di curare il nostro stile, acquistare nuova attrezzatura, compiere adrenaliniche trick battle di gruppo, sfidare un singolo giocatore a duello e progredire con la campagna principale. Le animazioni generali dei personaggi che popolano il Riders Ridge non sono eccelse e fanno trasparire alcune arretratezze tecniche che non rendono giustizia alle stupende ambientazioni che si possono trovare in Riders Repubblic. Come da tradizione per i giochi di matrice Massive Multiplayer, anche in riders Republic i personaggi mossi dagli altri giocatori sono incorporei all’interno dell’hub di gioco, evitando collisioni accidentali e situazioni future difficili da gestire.

Finita la presentazione del Riders Ridge recuperiamo la nostra prima bicicletta e constatiamo che l’attrezzatura in riders Republic ha statistiche che influiscono sulle prestazioni e sullo stile di gioco. Facendo progressi nel gioco si può ottenere attrezzatura migliore e con caratteristiche dedicate a determinati tipi di competizione.

Cavalcata la nostra nuova bici, facciamo la conoscenza di Brett una leggenda del Riders Ridge che ora si occupa di cucinare succulenti hamburger per gli atleti, scovare nuovi talenti e prepararli nelle sei discipline presenti in Riders Republic. Ognuno di questi sport estremi si disloca nelle sei regioni presenti nel gioco, ognuna caratterizzata da differenti biomi e una ricostruzione fedelissima delle mappe reali presenti sul suolo americano. Partecipare a una competizione è semplice: si seleziona sull’immensa mappa di gioco il luogo designato e un’animazione istantanea farà compiere alla mappa un rapido zoom che partirà dalla mappa per terminare dietro alle spalle del nostro avatar.

Raggiunto il punto di inizio gara si preme un tasto e si è pronti a partire. Ogni competizione offre differenti tipologie di obiettivi, può essere giocata in solitaria o contro degli avversari reali. È possibile, inoltre, modificare ogni parametro inerente l’assistenza agli atterraggi, alle sterzate, alla chiusura dei trick e alla difficoltà della sfida offerta, permettendo di creare un’esperienza maggiormente gratificante e remunerativa, in quanto una sfida maggiore offrirà sempre ricompense migliori.

Il modello di gioco è spiccatamente arcade e per nulla votato al realismo. In seguito a una caduta ci si può rimettere in pista in maniera automatica premendo ripetutamente, e rapidamente, un pulsante. Nessuna animazione, nessuna dissolvenza… tutto è votato all’immediatezza di gioco e al non perdere tempo prezioso durante le competizioni.

La struttura delle differenti carriere di Riders Republic è molto semplice: si affrontano una serie di competizioni sponsorizzate, si partecipa a una gara denominata “Boss” e ci si qualifica per il Riders Ridge Invitational disponibile per ognuna delle sei discipline presenti nel gioco. Nel mentre che si progredisce con una o l’altra carriera, ci si può dedicare alle sfide opzionali, alle escursioni libere, allo sfidare altri giocatore o a spendere un po’ di tempo al Riders Ridge per delle sessioni multiplayer più frenetiche e mirate.

Ma se ci si distacca da tutto, se non ci si prodiga nel rispondere alle richieste dei vari personaggi che popolano i 6 parchi presenti in Riders Republic, se ci si dimentica per un attimo della nostra carriera atletica... tutto assume un aspetto completamente differente. L'ottimo motore di gioco utilizzato dal team di Ubisoft Annecy ci permette di visitare, come dei perfetti turisti, la totalità dell'immensa mappa di gioco.

Questo permette di sperimentare in maniere totalmente irrealistiche, e follemente adrenaliniche, ogni anfratto dei canyon e ogni centimetro delle vette presenti nel gioco in un immenso open world popolato da giocatori reali. Una metodologia di gioco che sappiamo bene che non abbraccerà la maggior parte dei giocatori ma che ci ha impressionato in termini di libertà è quantità di dettagli ricreati in scala... ovviamente considerando che ci troviamo di fronte a una produzione dedicata agli sport estremi.

L'impressione generale che permane nel visitare i luoghi presenti in Riders Republic è esattamente la stessa che ci aveva trasmesso la nostra chiacchierata con gli sviluppatori: una digitale dichiarazione d'amore a dei luoghi che quotidianamente vengono considerati come "la Mecca" degli sport estremi.

Sono oramai mesi che ci dilettiamo con le diverse versioni di prova di Riders Republic e, seppur in ognuna di esse capeggiava il messaggio che avvisava che il software era ancora in fase di sviluppo, il comparto tecnico di Riders Republic continua a non lasciarci sensazioni del tutto positive.

Da un lato troviamo delle ambientazioni incredibilmente dettagliate e in grado di ammaliare con la loro maestosità, dall’altro versante troviamo delle animazioni piuttosto grezze, una moltitudine di effetti pop up nelle mappe di gioco e una serie di bug e glitch che ci auguriamo che, a distanza di tre giorni dall'uscita del gioco, non siamo più così certi che vengano risolti nella versione finale del gioco.

Questa Trial Week di Riders Republic, comunque, propone una visione di insieme ben più che generosa sulla struttura di gioco, offrendo la possibilità di affrontare una buona porzione della campagna, la possibilità di provare alcune delle sei discipline disponibili, perdersi nell'esplorare in totale libertà una parte della mappa di gioco e comprendere i vari sistemi di controllo offerti dal gioco.

Il vibe generale è scanzonato, disimpegnato e con un taglio registico in linea con le produzioni cinematografiche dedicate a questo stile di vita. La colonna sonora è galvanizzante e spazia da mix tape fumosi e ridondanti alla sempreverde All I Want degli Offspring, offrendo sempre il brano giusto al momento giusto.

Oramai resta solo da capire, in fase di recensione, come si presenterà corposo e vario in termini contenutistici e, soprattutto, se verranno risolte le numerose sbavature che attualmente non permettono a riders Republic di brillare come meriterebbe.