Rubati dei videogame dal reparto di Pediatria di Bergamo, ma la solidarietà non è mancata

Come rubare caramelle a un bambino, solo che in questo caso si è tratta di videogiochi e non vi è nulla da ridere.

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a cura di Nicola Armondi

Una notizia che spezza il cuore e non può lasciare indifferenti. Nell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e più precisamente nel reparto di Pediatria, è avvenuto un furto che forse nessuno si sarebbe potuto aspettare: i videogiochi  PlayStation 2 della sala ricreativa dedicata ai bambini sono stati trafugati.

A condividere questa notizia è stata l’Associazione Amici della Pediatria, nata per aiutare il reparto e, soprattutto, le famiglie dei piccoli pazienti. Tramite Facebook, è stata condivisa un’immagine di una teca, parzialmente vuota: quello spazio conteneva fino a poco prima circa una ventina di videogiochi, uno degli svaghi per i bambini malati.

A rendere ancora più forte l’immagine, è la presenza di alcune parole che riportano un dialogo avuto tra un bambino, che ha notato la mancanza, e alcuni volontari: “State facendo pulizie?”, “No, qualcuno ha rubato i giochi.”

La presidente degli Amici della Pediatria, Milena Lazzaroni, ha affermato che la teca era chiusa a chiave e che mostrava chiari segni di scassinamento. Si suppone che il furto sia avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì: un atto quindi premeditato, non solo un gesto sciocco e improvviso.

Sempre tramite i social, l’Associazione si rivolge direttamente al fautore del crimine: “Perché l’hai fatto? Erano i giochi dei bambini ricoverati. Non sai quanta amarezza il tuo gesto ha lasciato in noi”. Sono state molte, però, le forme di solidarietà dimostrate: la famiglia di uno dei bambini, ad esempio, si è offerta di regalare alcuni videogame, mentre il proprietario di un negozio di videogiochi di Curno ha annunciato, tramite una diretta radiofonica, di voler donare nuovi giochi ai bambini.

Una conclusione che ci rincuora, ma non elimina l’amaro in bocca per l’azione dello o degli sconosciuti. Se volete aiutare in qualche modo, vi indirizziamo direttamente alla pagina dell'associazione su Facebook, seguendo questo link.