Spara, spara e.....spara!
Lost Planet stranamente non attinge dall'ideologia Capcom per quanto riguarda la concezione di alcuni aspetti oramai standardizzati nelle produzioni recenti. Il gioco, infatti, non è altro che uno shooter in terza persona, adornato da un motore grafico convincente e da un gameplay pressoché privo di magagne. Punto. L'ideologia di ogni singolo stage è così strutturata: prosegui lungo un cammino e raggiungi il boss di fine livello. Nessuna vera strada alternativa o obiettivi extra da completare, purtroppo, ma solo ed esclusivamente un percorso pre-impostato. Oltre alla linearità delle missioni e al mancamento del fattore esplorativo, Lost Planet non prevede la ben che minima evoluzione del personaggio, un danno se ripensiamo solamente al recente Dead Rising o alla saga dei Devil May Cry. Ok, il gioco è di tutt'altro genere, ma la semplice implementazione di una gestione manuale delle abilità di Wayne avrebbe giovato alla qualità finale del titolo.
Altra nota dolente è l'I.A. dei nemici, piuttosto scarsa anche ai livelli per esperti. Difficile, infatti, assistere alla messa in atto di strategie sensate da parte degli Akrid o dei pirati delle nevi, i quali si limitano - per la maggior parte del tempo - a sparare senza sosta, creando un'inutile confusione a schermo. Il reale cruccio di Lost Planet, comunque, sono gli scontri con i boss di fine livello. Creati ad immagine e somiglianza dei tipici boss delle canoniche produzioni giapponesi (grandi mostri abbattibili unicamente scovando il loro punto debole), questi veri supplizi hanno la sconveniente abilità di ostruire i pochi angoli visivi lasciati dall'orrenda telecamera di gioco, creando delle persistenti situazioni di frustrazione ben poco in linea con la semplicità dei livelli. Non a caso, il rapporto di game over tra gli scontri finali e le fasi antecedenti è di 50 a 1. Anche in questa circostanza, è innegabile che l'I.A. sia stata programmata per velare il tempo materiale necessario a studiare una tattica di gioco: i boss continuano, infatti, a sparare e muoversi a ripetizione, lasciano ben poco spazio a delle iniziative sensate.