Taiko no Tatsujin: Drum'n'Fan, recensione: un rhythm game che su Switch incespica

Taiko no Tatsujin: Dum'n'Fun! è il primo capitolo della saga ad arrivare in Occidente e ci permetterà di vestire i panni di un percussionista in un rhythm game dai temi fortemente giapponesi.

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a cura di Mario Petillo

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2La storia dei rhythm game ci insegna che realizzare un prodotto davvero ben confezionato non è facile, per il mondo dei videogiochi. Negli ultimi decenni hanno saputo dominare la scena prodotti come Ouendan, che su Nintendo DS ha praticamente raccolto solo consensi dal mercato asiatico, e Final Fantasy Theatrhythm, che grazie anche alla sua natura di prodotto su licenza è riuscito a sfruttare un'onda verde di indiscusso successo.

Ovviamente non siamo dinanzi a delle formule certe e vincenti, perché l'imminente Persona 5: Dancing in Starlight si è dimostrato claudicante nelle sue prime uscite, così come sono diversi i titoli che provano a ergersi in un mondo che, a conti fatti, ha solo bisogno di una buona tracklist e un gameplay che vi tenga incollati a uno schermo. Elementi che sembrano appartenere sapientemente al team di sviluppo di Taiko no Tatsjuin.

La storia di Taiko no Tatsujin inizia nel 2001, quando Namco aveva iniziato a produrre il titolo come arcade da collocare nelle varie sale giochi del Giappone, con dei cabinati appositi: oltre allo schermo per il gioco, infatti, per il titolo in questione era necessario anche utilizzare due tamburi con annessi bastoni per suonare. D'altronde quello che Taiko no Tatsujin chiede è di diventare dei campioni delle drum session, ossia dei percussionisti di prim'ordine. La storia è continuata fino a portare il titolo su PlayStation 2, ma esclusivamente per il mercato giapponese, fino a una commercializzazione in America avvenuta due anni dopo, nel 2004. Le conversioni sono state numerose, fino ad arrivare a questa versione, Taiko no Tatsujin: Drum'n'Fun!, distribuito per la prima volta anche in Europa.

Switch non sempre regala gioie

La versione che abbiamo testato di Taiko no Tatsujin è stata, purtroppo, quella sfornita di tamburi: l'accessorio è fondamentale per poter avere, insieme con i suoi due bastoni, un feedback immediato sull'esatta riuscita della nota, tant'è che l'arcade game giapponese si basa sulla pressione e sull'utilizzo del tamburo stesso. Non avendo, pertanto, tale espediente ci siamo dovuti affidare ai controlli basici di Switch, che, diversamente dalla versione PlayStation 4, permette di utilizzare il movimento dei joycon come se stessimo usando delle bacchette.

Ovviamente tale soluzione, per quanto provi a emulare il più possibile l'arcade game proposto nelle sale giochi giapponesi, presenta le maggiori difficoltà di precisione e, nel caso in cui abbiate qualche problematica legata all'input lag del vostro joycon sinistro, va a inficiare non di poco l'esperienza. L'alternativa è affidarsi ai tasti azione, impostando il colpo sulla membrana sul joycon destro e il rim shot, che equivale a uno sul bordo pelle, su quello destro. La terza possibilità che offre lo schermo della console ibrida di Nintendo, tenuta in modalità portatile, è quella di usufruire del touchscreen posto al centro della visuale, che dovrà essere colpito nei punti in cui vogliamo suonare il nostro tamburo, quindi come prima: al centro per la membrana e sul bordo per il rim shot.

Ovviamente, come è facile intuire, dovremo seguire il ritmo indicatoci a schermo, seguendo quelli che sono colori e dimensioni diverse delle note indicate, come sono rappresentate con dei piccoli tamburi. Quelle azzurre chiedono un colpo al bordo pelle, quelle rosse alla membrana: nel caso in cui, invece, abbiate una linea continua di colore giallo dovrete effettuare dei colpi veloci al centro del tamburo, rullando fino a quando l'indicatore non si sarà esaurito; infine se gli indicatori raggiungono dimensioni più ragguardevoli a seconda del colore dovrete colpire con entrambe le bacchette, oppure premere entrambi i tasti azione nel caso in cui vi stiate affidando ai joycon senza sfruttare i sensori di movimento, la membrana o il bordo. Andando ad aumentare, quindi, gradualmente il livello di difficoltà potrete arrivare a padroneggiare sempre di più l'arte delle percussioni, grazie alla facilità e all'immediatezza di Taiko no Tatsujin, che rende una delle azioni musicalmente più rapide anche divertente e dall'alto tasso di sfida ritmico.

La tracklist dei percussionisti

Ovviamente un rhythm game che si rispetti deve avere, oltre a un gameplay immediato e di facile comprensione, un track list valida. La versione occidentale di Taiko no Tatsujin differisce leggermente da quanto avevamo provato al Tokyo Game Show di un anno fa, negli studi di Bandai Namco, perdendo alcune melodie che avrebbero potuto trovare fortuna anche nella nostra versione, come ad esempio Linda Linda, una delle canzoni pop più note del Sol Levante e già presente nella tracklist di Ouendan. Al suo posto possiamo trovare proposta How Far I'll Go da Moana, 55esimo Classico Disney in Italia noto come Oceania, senza dimenticare Cha La Head Cha La da Dragon Ball Z, o anche Zankoku na tenshi no these di Neon Genesis Evangelion. Aggiungiamoci anche qualche variazione sul tema, come Jump Up, Super Star di Super Mario Odyssey e qualche melodia anche da Splatoon 2 e avremo una combinazione interessante di varie proposte, tutte valide e capaci di trasmettervi sensazioni più che piacevoli.

Tutte saranno a disposizione nella modalità classica, che gradualmente andrà ad aggiungere nuove canzoni tra quelle disponibili nel gioco, ma anche nella modalità Party, che al suo interno annovera una serie di minigiochi da affrontare a squadre, che siano composte da alleati veri o da altri gestiti dalla CPU: sarete chiamati a dover catturare un pesce, ad allenarvi come un ninja e così via, cercando di declinarsi, in questa sua prima versione per l'occidente, il più possibile verso un party game che nella direzione di un puro rhythm game.