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The Elder Scrolls Online: Scions of Ithelia e i primi passi dorati| Provato

Abbiamo calcato i primi passi nei meandri dei dungeon di The Elder Scrolls Online: Scions of Ithelia in compagnia del team di sviluppo.

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Avatar di Alessandro Palladino

a cura di Alessandro Palladino

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Pubblicato il 12/03/2024 alle 09:00

Con la fine di Necrom e l'annuncio di Gold Road, The Elder Scrolls Online ha chiuso un ciclo per aprirne uno nuovo e, stavolta, completamente inedito. Per la prima volta nella storia del gioco online di ZeniMax Online Studios è stato introdotto un principe daedrico inedito per tutta la lore di ogni gioco di The Elder Scrolls: Ithelia, principe del fato. Al momento non si conosce molto ciò che circonda Ithelia e probabilmente rimarrà così fino all'arrivo di Gold Road a giugno.

Nel frattempo però possiamo muovere i primi passi nelle trame dell'anno corrente con Scions of Ithelia, il classico pacchetto di due dungeon in uscita l'11 marzo. Questo contenuto aggiuntivo è acquistabile dal Crown Store, accessibile tramite l'abbonamento mensile ESO Plus e addirittura riscattabile gratuitamente nelle due settimane successive al lancio dell'aggiornamento nella sua versione Collector per tutti gli abbonati ad ESO Plus dall’11 al 26 marzo. L'attrazione principale sono chiaramente le due nuove destinazioni: Bedlam Veil e Oathsworn Pit. Ho avuto modo di provare il primo dungeon con il team di sviluppo in un party composto da Richard Lambert, Creative Director di The Elder Scrolls Online, Mike Finnigan, Lead Encounter Designer e Shane Slama, Dungeon Team Product Owner, mentre il secondo invece l'ho esplorato da solo durante il periodo di test nel PTS insieme a un party casuale, come molti altri giocatori curiosi quanto me.

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Invasione di ambientazioni iconiche

Il tema centrale di The Elder Scrolls Online: Scions of Ithelia è diviso su due correnti: l'invasione e gli spazi già noti. La familiarità arriva dalle terre di Orsinium, non a caso regalato gratuitamente dagli Accessi Giornalieri di Marzo, i cui picchi innevati diventano teatro di scontri con forze mai affrontate. In Oathsworn Pit ci troviamo di fronte a un terreno controllato dai fedeli di Malacath e utilizzato per prove di forza e fedeltà, diventato ancora più caotico dopo che un gruppo di Elfi dei Boschi chiamati Recollection iniziano a seminare la discordia alla ricerca di una staffa mitica. Lo stesso avviene in Bedlam Veil, la quale è un'area della Maelstrom Arena adibita a magazzino e armeria, ora presa di mira da un'entità chiamata The Blind e relativi cultisti, tutti votati alla ricerca di un manufatto sconosciuto e caratterizzati dall'essersi evirati gli occhi in nome della loro fede.

Parlando con gli sviluppatori nel corso del dungeon, in particolar modo con Mike Finnigan, è stata evidente l'attenzione e la passione nel voler utilizzare elementi noti per creare nuove tipologie di incontri e sfide. Credo che la testimonianza maggiore di questo concetto arrivi principalmente da Bedlam Veil, il dungeon che tra i due preferisco a livello personale e che trovo forse più creativo nell'utilizzo di alcuni elementi di gioco. Sebbene entrambi sfruttino il concetto di spazio nelle meccaniche e nella narrazione ambientale emergente, Bedlam Veil ha il plus di rielaborare i livelli della Maelstrom Arena e dare ai giocatore quel brivido da stress post traumatico nel rivivere meccaniche che hanno costretto tanti di noi ad arrendersi. Però sono messe in una veste nuova, hanno dalla loro il fatto che sono state progettate per un gruppo ed è effettivamente divertente vederle riutilizzate da dei nuovi nemici per creare effetti inediti.

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Questo rende i Boss molto più pericolosi e particolari, anche se i giocatori avranno già familiarità con alcune meccaniche. Del resto sentire la propria conoscenza come arma vera e propria in un incontro di gioco è un qualcosa di prezioso, come avevamo già avuto modo di vedere per Infinite Archive alla sua pubblicazione su The Elder Scrolls Online. E poi ci sono veramente tante interazioni con Fa-Nuit-Hen e il suo assistente, specie se la minaccia è a lui sconosciuta quanto lo è per noi. Certo, non aspettative di vedere risolti i nodi principali di trama per Gold Road, capitolo su cui anche in questa prova gli sviluppatori mantengono il riserbo totale. Però entrambi i dungeon hanno una storia a sé e piazzano degli indizi importanti per ciò che verrà, ad esempio in Bedlam Veil l'artefatto finale assume una rilevanza veramente particolare, soprattutto per coloro che hanno giocato la storia di The Elder Scrolls Online: Necrom, che comunque è quasi obbligatoria per tirare le fila della figura di Ithelia.

Ricompense per i degni

Se devo essere sincero, la narrazione dei dungeon (come per gli altri del passato) è valevole di fare qualche sforzo e trovare un party per viversi la missione senza fretta come avviene negli incontri casuali. E non per niente converebbe anche cercare un gruppo per affrontarli nella loro versione Veteran. Ci sono ricche ricompense per chi completa sia i due dungeon di Scions of Ithelia in maniera separata sia per chi li conquisterà tutti e due, senza parlare di achievement da provare a ottenere e segreti da scoprire. Nella versione Veteran anzi gli sviluppatori consigliano di esplorare un po' e risolvere qualche enigma che hanno sparso in giro, specie su Bedlam Veil, poiché potrebbero arrivare a darvi qualche aiuto nelle fasi in cui il terreno stesso di gioco diventa un'arma in mano ai vostri nemici, il cui obiettivo è ben altro che uccidervi.

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Per quanto non siano stili di armatura ottenibili in qualche modo, il design dei nuovi set ottenibili all'interno di Bedlam Veil e Oathsworn Pit sono alcuni dei migliori che il gioco ha da proporre, in particolare il Monster Set The Blind di Oathwsworn Pit è veramente bello a vedersi ed è anche un'ottima opzione per un healer nel fornire a sé stesso e i propri alleati Minor Force e uno scudo di danni. Il che si allinea perfettamente con il set Blind Path che aumenta la forza dei propri scudi, sia personali che per gli alleati.

Ci sono anche alcune chicche cosmetiche da ottenere e libri da recuperare che vanno ad arricchire le storie dei Baroni dell'arena e del culto di Malacath. Per non parlare della grande attenzione ai paesaggi descritti e alle azioni visibili sullo schermo da parte di tutti gli "attori" del dungeon, dando quindi veramente l'idea di essere di fronte a un'invasione che poco ha a che fare con la nostra presenza, bensì diventa un motivo di "urgenza" nel sentirsi coinvolti come agenti intenti ad arrestare un piano nelle sue fasi finali.

Insomma, in un modo o nell'altro è evidente che la cura nei dungeon sia incrementata ormai da qualche tempo, dato che non è la prima volta che lo sottolineo, e The Elder Scrolls Online: Scions of Ithelia è l'ennesima testimonianza della passione del team di sviluppo, che personalmente ho avvertito nella gioia e nelle risate della squadra durante la prova, quando ci siamo ritrovati ad affrontare meccaniche che loro avranno già giocato altre 200 volte e, nonostante ciò, continuano a trovare divertenti ed esaltanti.

Esattamente come avviene per tanti dungeon del gioco, ormai veramente in una quantità considerevole, che non mi stanco mai di ripetere nelle rotazioni settimanali. Considerando poi che alla fin fine Scions of Ithelia è riscattabile perfino gratuitamente, non ci sono davvero ragioni per non divertirsi con questa coppia di avventure ben studiate, specie se con un gruppo di amici. Se ne cercate qualcuno, potreste provare su The Elder Scrolls Online Italia e unirvi a una delle gilde divise per piattaforme o utilizzare la comoda funzione di Group Finder introdotta qualche aggiornamento fa.  

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