2.0 o 1.5?

Ghost Recon Advanced Warfighter 2 è troppo simile al predecessore per segnare un reale passo avanti della saga. È impossibile, però, non apprezzare le migliorie introdotte e l’ottima modalità online, fattori che rendono l’esperienza di gioco ancora più avvincente rispetto all’anno passato. Mentre i veterani potrebbero non trovare sufficienti motivazioni per inneggiare a un nuovo capolavoro, chi non ha giocato al primo episodio troverà in Advanced Warfighter 2 il miglior titolo del genere in circolazione.

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a cura di Tom's Hardware

2.0 o 1.5?

Recensire Advanced Warfighter 2 potrebbe semplicemente tradursi in un elenco di magagne, più o meno vistose, risolte per la gioia degli appassionati, o di migliorie introdotte per arricchire l'esperienza di gioco.

I cinici potrebbero bollare questo secondo capitolo come una grossa patch a prezzo pieno e tale valutazione non si discosta molto dalla realtà. È vero che Ubisoft ha introdotto alcune importanti novità, come la possibilità di collegarsi a una telecamera sulle spalle di un membro della squadra per tenere sotto controllo la situazione, di controllare con lo stesso principio alcuni droidi, oppure di chiamare un medico per guarire le proprie ferite, ma non si tratta di modifiche sostanziali a un gioco che richiama fin troppo da vicino il predecessore.

La modalità in singolo, infine, avrebbe potuto offrire una maggiore longevità o una trama che risultasse realmente interessante, portando all'approfondimento della storia dei personaggi in gioco. Ghost Recon Advanced Warfighter 2 migliora ma non osa, una soluzione sicuramente di comodo che, fortunatamente, offre anche tanti lati positivi, soprattutto per chi non ha giocato al primo episodio.

Ubisoft si è "limitata" a migliorare pressoché tutti gli aspetti del predecessore, creando un titolo estremamente godibile che si configura come il migliore nel suo genere. Il gameplay è perfettamente bilanciato fra pura azione e operazioni tattiche che prevedono l'uso massiccio dei compagni di squadra. Sono inevitabili i parallelismi con Gears of War, con cui condivide la meccanica fortemente improntata sulle coperture e, dobbiamo ammettere, che il titolo Ubisoft si difende bene grazie ai sistemi di controllo e di uso delle coperture di gran lunga più approfonditi e completi, seppur leggermente meno immediati.

La linearità dei livelli è evidente, eppure il gameplay non preclude un ampio grado di libertà d'azione che consente di gestire le situazioni di gioco a proprio piacimento, grazie anche all'ottima gestione della squadra, alla quale si possono impartire comandi di attacco o di difesa in maniera molto intuitiva. Nel tentativo di risultare meno frustrante, l'intelligenza artificiale ha perso qualche punto rispetto al predecessore, ma è sufficiente alzare il livello di difficoltà per trovarsi di fronte a soldati avversari che daranno filo da torcere anche ai giocatori esperti.