Videogiochi: cos'è il gaming problematico e perché i giocatori italiani sono più a rischio

Un nuovo studio potrebbe aver portato alla luce un problema legato ai videogiochi molto diffuso in Italia.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Se i videogiochi rappresentano per tante persone una forma di distrazione o di competizione, al pari di tanti altri hobby come il calcio o il cinema, non dobbiamo sottovalutarne i rischi. Da diversi anni oramai si parla di "gaming disorder", ovvero della possibilità di incappare in una forma di dipendenza abbastanza simile a quelle che vediamo in altri campi, come quella del gioco d'azzardo. Niente di nuovo: l'OMS è da oramai anni che ne parla liberamente e cerca di fare informazione, ma un nuovo studio dell'Università di Padova e della Flinders University potrebbe aver svelato come i giocatori italiani siano decisamente più a rischio della media europea.

Cos'è il gaming problematico nel dettaglio? Si tratta di un problema decisamente particolare, dove un utilizzo eccessivo dei videogiochi metterebbe a rischio la vita di diversi giovani. Lo studio cita ad esempio l'allontanamento dagli affetti e dalla scuola, oltre che problemi di salute mentale.

Lo studio si è concentrato su un campione di interviste rivolte ad alcuni campioni specifici. Il tema del gaming problematico ha richiesto il parere di circa 89.000 adolescenti, tra i 15 e i 16 anni, residenti in 30 Paesi europei. “Abbiamo rilevato che in Europa un ragazzo su cinque è ad alto rischio di gaming problematico (circa il 20%). L’esposizione al fenomeno dei ragazzi (30.8%) risulta tre volte più alto di quello delle ragazze (9.4%). È emerso anche che gli adolescenti residenti in Danimarca riportano i livelli più bassi di gaming problematico (12%), mentre quelli in Romania riferiscono una maggiore percezione di problemi associati all’uso di videogiochi (30.2%)”, i risultati dello studio commentati da Sabrina Molinaro, ricercatrice del Cnr-Ifc e coordinatrice dello studio.

Il problema sembra essere decisamente diffuso in Italia, dove i ragazzi che ne soffrono sono di più rispetto alla media europea. "La percentuale di studenti italiani con un alto rischio di gaming problematico (23.9%) è superiore alla media europea, con un numero maggiore di ragazzi (34%) che percepisce conseguenze negative legate al gaming rispetto alle ragazze (12.8%)", si legge nello studio pubblicato di recente.

C'è un modo per poter arginare tutto ciò? Assolutamente sì. Secondo lo studio ci sono due fattori determinati: il contesto familiare e le politiche nazionali. "La ricerca indica come la presenza di regole genitoriali e di supporto emotivo familiare proteggano in adolescenza da un utilizzo eccessivo e distorto dei videogiochi", ha dichiarato Alessio Vieno, professore Unipd. Non tutto però è soggetto al nostro controllo: il rischio di gaming problematico, secondo Vieno, è maggiore in un Paese dove le disuguaglianze economiche sono più marcate, mentre risulta minore in Stati dove vengono effettuati investimenti nelle politiche di salute pubblica, come i benefici fiscali per le famiglie.

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