World of Warcraft è il crack dei videogiochi

Secondo un ricercatore svedese tra i giochi online World of Warcraft è quello più pericoloso per la salute, comparabile al crack.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

World of Warcraft è il gioco online più famoso del mondo, con più di 11 milioni di giocatori attivi. È anche un pericolo per la salute? Alcuni discutono la risposta, mentre altri sono troppo impegnati a giocare, per pensarci.

In Svezia la Fondazione per la Tutela della Gioventù, che si occupa di dipendenze, ha deciso di dare l'allarme, dopo che un quindicenne ha giocato per 20 ore di seguito, prima di perdere i sensi. All'ospedale, gli è stata diagnosticata una crisi dovuta alla mancanza di cibo e sonno, e a una concentrazione troppo prolungata.  Era lo scorso novembre.

Secondo Sven Rollenhagen, che ha firmato un rapporto di prossima uscita, "WoW è il gioco più pericoloso in circolazione" tanto che "non c'è un solo caso di dipendenza da gioco in cui WoW non abbia una parte", e poi aggiunge la frase bomba "è il crack dei videogiochi".

La nuova frontiera del narcotraffico, le autorità non sanno come reagire.

Rieccoci, un'altra volta, a parlare di quanto fanno male i videogiochi "in sé", questa volta con un paragone che sembra a dir poco esagerato: il crack porta le persone a dimenticare parenti e amici, facendo riferimento solo a persone dell'ambiente della droga. La persona più importante di un tossico diventa lo spacciatore, e per soddisfarlo il "cliente" arriva anche a compiere atti criminali.

E poi c'è il contesto: il ragazzo in questione ha passato quelle 20 ore in casa, dove c'erano anche i suoi familiari, che hanno pagato il gioco e quota mensile. Hanno dormito per tutto il tempo?

Va bene, magari qualche parallelo con il gaming online si può trovare, cercando bene, ma continuano a sembrare due mondi lontani. Certo, i ricercatori hanno scelto parole chiassose, per farsi ascoltare, ma può anche darsi che avranno l'effetto contrario, e che i server Blizzard riceveranno tante iscrizioni in più, nei prossimi giorni. D'altra parte anche la ricerca di Rollenhagen avrà moltissimi lettori.