The Pirate Bay dovrebbe essere di nuovo accessibile dall'Italia, ma leggendo le motivazioni del Tribunale del Riesame di Bergamo - che di fatto ne ha richiesto il dissequestro - la questione non è chiusa, anzi.
Come avevano già anticipato gli avvocati difensori, l'annullamento del sequestro preventivo del sito si è concretizzato soprattutto per un vizio di forma. Lo strumento del "sequestro preventivo", in pratica, non potrebbe essere utilizzato per obbligare un provider ad inibire l'accesso ad un sito o servizio online. Per procedere bisognerebbe affidarsi a provvedimenti di altro genere, come ad esempio quelli a disposizione dalle amministrazioni dello Stato o del Ministero dell'Interno.
La Corte è, comunque, convinta che vi siano i presupposti cautelari per proseguire con un'azione penale. I centinaia di migliaia di contatti italiani rilevati dalla Guardia di Finanza, secondo il Giudice "…per specificità, l'evidenza e l'ampiezza dell'offerta contenuta nel sito oggetto di cautela, devono essere ragionevolmente ricondotti, almeno in una significativa parte, all'acquisizione in rete di beni protetti dal diritto di autore, in violazione delle norme a presidio dello stesso".
Insomma, ecco quello che viene definito "indizio di illegalità". Una sorta di rapporto tra accesso a Pirate Bay e violazione delle norme sul diritto d'autore. Bisognerà aspettarsi, a questo punto, una prevedibile nuova azione penale.