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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Dei Pop abbiamo parlato proprio di recente, e forse non avevate neanche bisogno che ve li raccontassimo noi.

I graziosi personaggi su licenza messi in commercio dalla statunitense Funko, sono infatti diventati dei veri e propri beniamini della cultura pop, e specie se siete frequentatori di fiere o convention, è impossibile non vi siate mai imbattuti in una di queste figure, il cui numero di pezzi singoli prodotti è a dir poco esorbitante.

Se esiste una licenza, allora esiste un Funko Pop ad essa dedicato, e questa sembrerebbe essere ormai una certezza della vita, rendendo per nulla semplice la vita a chi, magari, quei Funko Pop ha scelto di collezionarli tutti, ma proprio tutti... o quasi.

Abbiamo quindi deciso di offrivi una piccola panoramica sulla vita dei Funko Pop e, come di consueto, abbiamo deciso di farlo attraverso alcuni simpatici e rapidi "fun facts" che dalle origini ad oggi vi sveleranno alcuni dei retroscena dietro al planetario successo di questi personaggi di appena 9 centimetri.

Il primo della lista

I Funko Pop nascono a Washington, e la loro genesi è quanto mai stravagante e personale.

Il loro creatore, Mike Becker, era infatti alla ricerca di un particolare memorabilia: una figure dedicata a Big Boy, mascotte di una locale catena di fast food (la Bob's Big Boy) i cui gadget risutavano tuttavia introbabili, salvo che per pochi pezzi messi in vendita a cifre da capogiro.

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Desideroso di avere un piccolo Big Boy sulla sua scirvania, Becker decise di prodursene uno da solo, e non volendo che il prodotto fosse "contraffatto" acquistò la licenza di utilizzo della mascotte, per farsi in casa una figure del tutto ufficiale, e così fece.

Il Big Boy fu la prima figures di Becker e di quella che, da lì a poco, sarebbe diventata la Funko. Era il 1998.

Una fine prematura

Ben prima che i Pop vedessero la luce, la neonata Funko è passata attraverso diversi alterchi, i primi dei quali si manifestarono proprio agli inizi dell'attività.

Brian Mariotti @2x

Mike Becker, infatti, non aveva alcuna esperienza nella direzione aziendale, e si scontrò subito con una lunga serie di problemi logisitici che lo portarono, a quanto pare, sull'orlo della chiusura.

La società partì davvero solo quando Becker arruolò a bordo la figura di Brian Mariotti attuale CEO di Funko, che fu capace di trainare l'azienda fuori dal baratro, portandola poi, nel 2010, a mettere sul mercato i Pop.

La genesi

Se oggi abbiamo i Funko Pop dobbiamo forse ringraziare DC Comics ed i suoi supereroi.

Nel 2009, infatti, la DC Comics entrò in contatto con la Funko, essendo alla ricerca di un produttore di giocattoli, che potesse immettere sul mercato una linea di prodotti su licenza di cui DC era sprovvista, ovvero quella delle "cute dolls", peluches dall'aspetto buffo e rassicurante, sul cui modello DC voleva una serie di prodotti dedicati ai suoi supereroi.

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Funko non era tuttavia sicura che quella dei peluches fosse la strada giusta, e propose a DC Comics un modello di pupazzo in vinile che, andando a ripescare uno stile cartoonesco e buffo, potesse riproporre con uno stile semplice praticamente qualunque eroe della casa fumettistica.

A DC l'idea piacque, e così al San Diego Comic-Con del 2010 fecero il loro debutto i primi Pop che, tuttavia, delusero di molto le aspettative di vendita.

Funko era infatti noto per essere un brand dedicato alle bobblehead, e benché anche i Pop avessero un aspetto super deformed, i fan del marchio Funko non apprezzarono per nulla.

Funko Force

Ed a proposito di apprezzamenti e simili, i Pop, in origine, avevano un nome molto diverso.

Quando Mariotti stava progettando la prima linea insieme a DC Comics, volendo dare lustro al nome della società, decise di chiamare la linea di nuove figures "Funko Force 2.0", nella speranza che questa potesse attrarre i fan dell'azienda che, col nome di "Funko Force", aveva messo in commercio molte apprezzatissime bobblehead

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I test, tuttavia, rivelarono che i fan erano confusi, e che forse l'acquirente ideale andava cercato al di là dei confini che il marchio si era imposto dai tempi del Big Boy.

La società capì quindi che occorreva un nome diverso per il brand, cosicché ci si potesse rivolgere anche a chi non avesse idea di cosa fosse la Funko, e scelse quindi il nome "Pop".

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L'aspetto

Benché li si ritenga "banali" o privi di personalità, i Pop sono invece frutto di uno studio e di una ricerca molto accurata, atta a rendere ogni figure sempre molto identificabile in riferimento alla licenza originale.

Se ci pensate la sfida è quanto mai ardua, perché parliamo di personaggi che non godono di troppi dettagli, ed i cui tratti somatici sono, in linea id massima, tutti molto simili.

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L'idea del design originale fu dell'Art Director di Funko, Sean Wilkinson che decise di dare ai Pop un aspetto semplice, che ispirasse tenerezza in chi li avrebbe visti.

Fondamentale, in tal senso, fu la decisione di munirli di occhi molto grandi e vistosi, e di posizionare il naso proprio sotto la linea degli occhi, così da dsrgli un aspetto più accattivante.

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Per differenziarli si sarebbero sfruttati pochi ma importanti dettagli, come la capigliatura, l'esressione delle sopracciglia o, più raramente, dei gadget che richiamassero in modo preciso e identificativo alla lore del personaggio.

Funko rari

A causa della loro diffusione a dir poco capillare, i collezionisti di figures in generale tendono a snobbare i Funko Pop, ritenendoli dei gadget economici e di poco valore.

Se la cosa può anche essere vera sotto certi aspetti, per altri non è proprio così.

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I Pop infatti hanno una tiratura specifica, che per alcuni pezzi è molto limitata e, in quanto tale, rende alcune figures molto, ma molto rare.

Per altro la Funko è una delle poche compagnie di figures che si prodiga con efficienza nello sviluppare tantissime figures speciali o in edizione limitata, messe in commercio per un tempo molto breve e in occasione di alcuni delle principali convention mondiali relative alla pop cuture come, ad esempio, il Comic Con di San Diego.

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Questo ha portato alla nascita di figures molto rare e collezionabili come l'ambitissima edizione "senza testa" del Ned Stark di Game of Thrones, o la versione "glow in the dark" di Lanterna Verde, che oggi può arrivare anche a valere 2000 Dollari.


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