A Open Fiber piace lo "scorporo" di TIM (sogna la fusione?)

Il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, ha accolto positivamente la strada intrapresa da Telecom Italia sul fronte separazione della Rete.

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a cura di Dario D'Elia

La separazione della Rete di Telecom Italia, così come sembra configurarsi, è vista positivamente anche da Franco Bassanini, il presidente di Open Fiber. Ieri, in occasione del convegno per i 20 anni di Agcom, ha ribadito come debba considerarsi una mossa importante.

"Continuiamo col nostro piano industriale... quel che fa il nostro principale competitor ci riguarda fino a certo punto", ha commentato Bassanini. "Naturalmente tutte le forme di sinergia e collaborazione sono utili a dotare il paese di una infrastruttura performante, da questo dipenderà la crescita futura del paese. Sono d'accordo che è un passo avanti, naturalmente bisognerà farne tanti altri".

fibra

Non è un segreto che Bassanini sia fra i più convinti sostenitori di una eventuale fusione tra le reti di TIM e quella di Open Fiber, ma bisogna anche ricordare che il principale azionista della sua società, Enel, è di avviso contrario.

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Il nodo della questione è che una competizione nel settore reti è finanziariamente rischiosa per le realtà coinvolte. Non a caso Bassinini in passato ha parlato della possibilità di una sana competizione nelle grandi città e accordi per le zone meno appetibili. Un ragionamento di buon senso considerato che il tema della domanda non può essere secondario rispetto ai progetti di sviluppo. Poi è anche vero che esistono due linee di pensiero al riguardo: c'è chi sostiene che i servizi siano il traino e chi invece che pensa che la tecnologia stessa sia l'elemento catalizzante.

broadbandmap

BroadbandMap

I dati AGCOM di BroadbandMap confermano che i 7.981 comuni italiani vantano più di 27,5 milioni di indirizzi raggiunti da ADSL, 14,4 milioni da VDSL e 7,6 milioni da EVDSL - di cui complessivamente 14,4 milioni coperti in FTTC. Sul fronte prestazioni si parla di 1,6 milioni di indirizzi sotto i 2 Mbps, 20,7 milioni tra 2 e 30 Mbps, 17,5 milioni tra 30 e 100 Mbps, 9,5 milioni tra 100 e 500 Mbps e infine 5,5 milioni sopra i 500 Mbps.

Poi però se si va a guardare quanti italiani realmente navighino su Internet (Eurostat 2017), però a prescindere che impieghino un accesso residenziale o mobile, si scopre che sono il 78% - di cui il 69% con regolarità. Solo il 13% usa poi i servizi online della PA, a fronte di una media europea del 30%.

audiweb

Audiweb, per completare il quadro, stima che in un giorno medio gli unique user  siano 11,3 milioni via PC (dai 2 anni in su) e 21,7 milioni (tra i 18 e 74 anni) via smartphone.

Insomma, è una partita delicatissima soprattutto se si devono far tornare i conti. Il sogno di molti utenti è che venga cablato tutto e che ci pensi lo Stato, magari aiutato dai provider. Ma poi dimenticano che abbiamo un debito di oltre 2.200 miliardi di euro e che Bruxelles vigila costantemente sulla nostra gestione economica. Ora, spendere per una rete in fibra è senza ombra di dubbio un investimento legittimo per il paese, ma bisogna considerare anche i numeri.  

Al solito non esiste una soluzione semplice per un problema complesso come quello dello sviluppo delle reti. E non bisogna neanche mai dimenticare che si parla di asset privati - la rete Telecom è valutata in 10/15 miliardi. Come si sia giunti a punto è argomento utile solo per non sbagliare nuovamente. E quindi per governare correttamente il cambiamento.