Nel panorama della digitalizzazione italiana, mentre 33 milioni di cittadini utilizzano quotidianamente le loro credenziali SPID per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione, il governo sta già pianificando l'abbandono di questo sistema. La dichiarazione è arrivata durante l'audizione parlamentare di Alessio Butti alla Commissione per la semplificazione, dove il sottosegretario ha delineato con chiarezza il futuro dell'identità digitale italiana. Un futuro che non prevede SPID, ma punta tutto sulla carta di identità elettronica.
La strategia governativa non rappresenta una novità assoluta, ma la conferma ufficiale di una direzione intrapresa già nel dicembre 2022. Il ragionamento alla base di questa scelta si fonda su un principio che Butti ha espresso senza mezzi termini: "In uno stato serio l'identità digitale sia unica e venga rilasciata dallo Stato, con tutto il rispetto ovviamente per i provider privati". L'orientamento rispecchia le indicazioni europee e allinea l'Italia agli standard internazionali, dove l'identità digitale statale rappresenta la norma piuttosto che l'eccezione.
Il processo di dismissione di SPID non avverrà dall'oggi al domani. Butti ha specificato che "l'obiettivo è spegnere progressivamente SPID" attraverso un percorso che richiederà "ancora due o tre anni", da realizzare "in assoluto accordo con i privati". Questa transizione graduale dovrebbe portare alla costituzione di un doppio sistema: un wallet pubblico affiancato da uno privato, mantenendo così un equilibrio tra controllo statale e iniziativa privata.
Il fattore decisivo che ha spinto il governo verso questa scelta radicale riguarda la sicurezza. La carta di identità elettronica vanta un livello di sicurezza 3, il massimo previsto dai protocolli internazionali, ed è conforme ai requisiti eIDAS europei. Al contrario, SPID ha mostrato nel tempo diverse vulnerabilità, culminate nella cosiddetta "truffa del doppio SPID" che ha evidenziato i limiti strutturali del sistema.
Butti ha sottolineato come "molto spesso, il tema della vulnerabilità di SPID è emerso, cosa che invece non emerge con la carta di identità elettronica". Questa differenza sostanziale in termini di sicurezza ha reso inevitabile la scelta di abbandonare progressivamente un sistema che, per quanto diffuso, presenta falle difficilmente risolvibili.
La carta di identità elettronica può contare su numeri impressionanti: 53,5 milioni di documenti già in circolazione, un dato che supera ampiamente la diffusione di SPID. Tuttavia, permangono alcune criticità operative che il governo riconosce e promette di risolvere. Il sottosegretario ha ammesso che "c'è qualche municipio, anche nel comune di Roma, che comunque richiede qualche settimana o qualche mese solo per avere l'appuntamento", un problema che complica la transizione.
La questione economica rappresenta un capitolo delicato di questa transizione. Gli identity provider, che per otto anni hanno sostenuto economicamente lo sviluppo di SPID senza ricevere supporto dai governi precedenti, attendono ancora l'erogazione dei 40 milioni di euro promessi dal decreto 2023. Butti ha spiegato che i fondi sono "oggi pronti al rilascio" ma hanno subito ritardi per "questioni burocratiche legate anche al pregresso, che era piuttosto complicato e complesso".
Questo riconoscimento tardivo del ruolo svolto dai privati solleva interrogativi sulla gestione complessiva della transizione digitale italiana. I provider hanno "supplito alle carenze dei governi che ci hanno preceduto per ben otto anni", come ha riconosciuto lo stesso sottosegretario, ma ora si trovano di fronte alla prospettiva di veder dismesso il sistema su cui hanno investito risorse e competenze.
L'integrazione con IT-Wallet rappresenta l'elemento di continuità in questo scenario di cambiamento. Il portafoglio digitale italiano, che anticipa di due anni l'EU-Wallet europeo previsto per il 2026, dovrebbe facilitare la transizione incorporando le funzionalità di SPID in un sistema più ampio e sicuro. Una delle novità più significative riguarda l'estensione del valore della patente di guida all'interno di IT-Wallet, equiparandola alla carta di identità per l'accesso ai servizi digitali.
La sfida più complessa sarà comunicare efficacemente questo cambiamento a milioni di cittadini che hanno faticosamente acquisito familiarità con SPID. Molti hanno sostenuto costi per l'attivazione o il rinnovo del servizio, altri hanno investito tempo e energie per superare le difficoltà iniziali, particolarmente sentite dalla popolazione anziana. Spiegare perché un sistema a lungo promosso come soluzione definitiva debba essere abbandonato richiederà una strategia di comunicazione attenta e convincente, capace di evidenziare i benefici reali della nuova soluzione senza sminuire l'esperienza passata degli utenti.