Alieni: dovremo aspettare 1500 anni per avere un contatto

Dovremo davvero aspettare altri 1500 anni per un contatto con gli alieni? Secondo i ricercatori della Cornell University sì.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Siete ansiosi di assistere a un contatto con gli alieni? Lasciate ogni speranza, probabilmente bisognerà aspettare altri 1500 anni! La triste notizia arriva dagli astronomi della Cornell University, che presenteranno le loro conclusioni nel corso dell'American Astronomical Society.

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"Non abbiamo ancora sentito segnali dagli alieni, e lo Spazio è grande, ma non significa che non ci sia nessuno là fuori" ha spiegato Evan Solomonides della Cornell in un comunicato. Il documento redatto dai ricercatori è titolato "Analisi probabilistica del paradosso di Fermi" perché consiste proprio nella decostruzione del Paradosso di Fermi: "se l'universo pullula di civiltà sviluppate, dove sono tutti quanti?".

Gli esperti della Cornell hanno combinato questa analisi con il principio di mediocrità secondo cui gli attributi fisici della Terra non sono unici e i processi naturali sono probabilmente comuni in tutto il cosmo. Il risultato dei loro calcoli è una stima secondo cui ci vorranno altri 1.500 anni per avere un contatto con gli alieni.

Per questo ci sembrerà di essere soli - anche se non lo siamo. Il fatto – secondo gli scienziati – è che gli extraterrestri potrebbero ricevere segnali radio e TV dalla Terra, ma per loro sono indecifrabili. Inoltre secondo le stime i segnali trasmessi dalla Terra hanno raggiunto ogni stella entro circa 80 anni luce dal Sole – ossia circa 8.531 stelle e 3.555 pianeti simili alla Terra. La Via Lattea da sola ospita 200 miliardi di stelle.

Ma siamo sicuri che ci stiamo impegnando abbastanza nelle ricerche? Non è convinto l'astrobiologo Chris McKay, secondo cui "la NASA è vergognosa nella non ricerca della vita extraterrestre mentre allo stesso tempo sostiene che sia una delle motivazioni dei suoi programmi". McKay cita l'esempio della missione del rover Mars 2020, che dovrebbe avere come primo obiettivo la ricerca di segni di vita sul Pianeta Rosso. Ma invece di analizzare i campioni in loco e trovare subito la risposta, il rover si limiterà a metterli da parte sperando che una qualche futura missione li riporti sulla Terra, dove avverranno le analisi del caso. McKay pensa che questo sia un terribile errore.

La disputa è aperta. A quanto pare gli unici che dormono sonni tranquilli sono gli australiani, secondo cui gli alieni sono tutti morti.

Se volete saperne di più sulla ricerca della vita aliena consigliamo di leggere il nuovo libro di Amedeo Balbi "Dove sono tutti quanti?".

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