All Nippon Airways pensa a robot e telepresenza per evitarci i viaggi più noiosi

All Nippon Airways ha presentato nei giorni scorsi NewMe, un robottino per la telepresenza, che potrà recarsi al nostro posto in qualsiasi parte del mondo, risparmiandoci di compiere viaggi che richiederebbero la nostra presenza ma che per noi sono solo una gran seccatura.

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a cura di Alessandro Crea

Chi ha affrontato lunghi viaggi di lavoro in giro per il mondo o comunque trasferte per cui la propria presenza era indispensabile ma che al tempo stesso rappresentano solo una gran seccatura gradirà l'idea di All Nippon Airways: NewMe un robottino per la telepresenza, che potrà recarsi al nostro posto in qualsiasi parte del mondo, mentre noi resteremo comodamente a casa nostra, senza dover affrontare jet lag, taxi, file al check in e serate in albergo.

Potrebbe sembrare una contraddizione che una compagnia aerea cerchi soluzioni che evitino il viaggio a un potenziale passeggero, ma in realtà si tratta di capitalizzare con un proprio prodotto la tendenza ormai crescente a preferire solo esperienze per noi gratificanti e pienamente appaganti, tipiche dell'economia dell'esperienza, incrementando il numero di viaggi, virtuali o reali. Insomma, una cosa è volare dall'altra parte del mondo per una vacanza in un luogo dei nostri sogni, un'altra essere costretti a spostarsi per dovere. In questo caso potremo mandarci NewMe, il nuovo me stesso.

Il robottino in questione si presenta sostanzialmente come un colorato palo su ruote, alla cui sommità è presente un display. NewMe dovrebbe essere in grado di ‎ trasmettere video 2K ad alta definizione, consentendo all'utente umano di vedere e interagire con l'ambiente circostante del robot. All Nippon Airways prevede di ‎‎vendere già 1.000 robot NewMe entro ‎‎la prossima estate, permettendo agli esseri umani di partecipare a eventi sportivi o andare a fare shopping dall'altra parte del mondo senza spostarsi di casa.

Lo scopo di All Nippon Airways in realtà appare ancora più nobile, visto che l'azienda sta pensando a modi di usare NewMe anche come soluzione per consentire a chi è impossibilitato a viaggiare di essere presente lontano da casa, magari per ricongiungersi ai propri cari in occasione di qualche evento familiare, o semplicemente per poter visitare luoghi per lui altrimenti inaccessibili. Tra gli altri usi inoltre si pensa anche all'invio di NewMe in posti pericolosi o scarsamente raggiungibili, evitando così che esseri umani rischino la vita.

Tuttavia non si può fare a meno di pensare a film come Il Mondo dei Replicanti, The Island o anche Ready Player One, in cui, in forme diverse, gli esseri umani hanno delegato a surrogati, fisici o virtuali, gran parte della propria esistenza. Ed è buffo pensare che, mentre diversi scienziati sostengono che l'unico modo per consentire alle IA di sviluppare una vera empatia e una comprensione del mondo più profonda e flessibile sia consentirgli di fare esperienza del mondo attraverso un corpo artificiale, gli esseri umani stiano pensando sempre più a rinunciare alla fatica quotidiana che richiede la nostra esistenza per ripiegare in un mondo mediato da telepresenze, robot e altri surrogati.

Ma noi non siamo "fantasmi nella macchina", termine coniato dal filosofo britannico Gilbert Ryle proprio per criticare un certo dualismo cartesiano mente/corpo. Siamo invece un'unità indivisibile dei due, in cui lo sviluppo dell'uno si alimenta di quello dell'altro e nessuno sa esattamente dove potrebbe condurci il rinunciare a una parte della nostra complessa unità. ‎