Anche i discografici chiedono lo sviluppo della Rete

Enzo Mazza, il presidente di Confindustria-Fimi, sostiene che l'arretratezza digitale dell'Italia sia più preoccupante della pirateria. L’assenza di una politica nazionale per la diffusione della banda larga e di un’agenda per i contenuti sta portando l’Italia ai margini del mercato.

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a cura di Dario D'Elia

L'arretratezza digitale dell'Italia è più preoccupante della pirateria. Una tesi condivisibile che è stata espressa ieri da Enzo Mazza, il presidente di Confindustria-Fimi, sul blog di Stefano Quintarelli. In pratica agganciandosi agli ultimi dati rilasciati da Deloitte sull'arretratezza mercato musicale digitale italiano, il massimo esponente dei discografici ha espresso preoccupazione. 

Il primo semestre ha svelato un fatturato totale digitale di 12,4 milioni di euro con una crescita del 10 % rispetto al 2010. Il digital download cresce del 13 % con una percentuale di album che aumentano del 37 % mentre i singoli incrementano del 6 %. "Complessivamente il digitale è il 21% del mercato discografico italiano", scrive Mazza. "In calo ancora il mercato fisico del 13 %, sceso per la prima volta sotto i 50 milioni di euro al sell-in (46,2 milioni), 72 milioni al sell out".

Digital Music

Tutti dati apparentemente incoraggianti, ma solo se non si guarda oltreconfine dove tutti ci superano alla grande. "Perfino la Spagna, con oltre 22 milioni di euro e una crescita del 15 % ha realizzato performance migliori dell'Italia. In Spagna il digitale è il 36 % del mercato. UK è cresciuto del 20% con una share del 42 % di digitale, Germania del 19 % con una share del 17% e Francia, con una crescita del 12 % e una share digitale del 24%", continua Mazza.

Per FIMI "il problema della scarsa crescita del digitale è più grave della pirateria". Il presidente dei discografici in fondo condivide la visione di tutti gli esperti del settore che rilevano l'arretratezza del nostro paese non solo sul fronte della diffusione della Rete ma anche culturale (Fonte: Boston Consulting sull'e-intensity di Internet).

"L'assenza di una politica nazionale per la diffusione della banda larga e di un'agenda per i contenuti sta portando l'Italia ai margini del mercato", conclude Mazza. "Paesi con una forte penetrazione della rete sono anche quelli con la maggiore penetrazione di musica digitale (Corea del Sud, 54 %, Danimarca, 46 %, Svezia, 50 %)".

Spotify salvaci tu - clicca per ingrandire

Da rilevare poi che alla nostra notizia dell'altro giorno su Spotify (P2P illegale e major piangono per colpa di Spotify), Fimi ha tenuto a sottolineare che " la società svedese dispone già delle licenze con le case discografiche e con SIAE".

La decisione di ritardare lo sbarco in Italia, secondo Fimi, sarebbe dovuta a "questioni di economie che riguardano il mercato pubblicitario italiano" e non alla "mancanza di interesse dell'industria" nazionale.

Che la FIMI abbia cambiato strategia? Speriamo.