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a cura di Manolo De Agostini

Realtà virtuale e aumentata stanno diventando sempre più tecnologie centrali per i colossi hi-tech. Di riflesso prenderanno piede anche tra gli utenti. Come, quando e quanto è ancora da vedere, ma il loro potenziale è enorme e lo sviluppo che vi gravita attorno è ancora agli inizi.

Apple, nella persona del CEO di Tim Cook, non ha mai fatto mistero di essere molto interessata a queste due tecnologie e infatti qualche evidenza di questo sforzo l'abbiamo vista, soprattutto sull'ultimo iPhone X. L'azienda ha però piani più grandi, come quello di un visore AR/VR, capace di combinare le due tecnologie.

Non è la prima volta che ne sentiamo parlare, ma nelle ultime ore il sito CNET ha pubblicato alcune nuove indiscrezioni piuttosto interessanti sul progetto T288 (nome in codice).

Il visore in questione si baserebbe su chip proprietari e potrebbe arrivare sul mercato nel 2020. Questi due aspetti ci portano alla mente un'altra indiscrezione delle scorse settimane: si vocifera infatti che Apple stia lavorando per passare a chip fatti in casa al posto di quelli Intel sui propri computer a partire proprio dal 2020.

Le cose quindi sono due: o l'indiscrezione precedente è errata, oppure i piani di Apple nell'ambito dei chip sono molto più ampi di quanto si creda. Le mosse degli ultimi anni e il modus operandi dell'azienda di Cupertino ci fanno pensare che la seconda ipotesi sia quella giusta.

A ogni modo il visore, secondo CNET, dovrebbe integrare uno schermo 8K per ogni occhio. Sì avete letto bene, 8K per ogni occhio, quindi 16K in totale. Il che suona abbastanza strano dato che sul mercato abbiamo oggi il Vive Pro capace di offrire una risoluzione di 1440 x 1600 per occhio (2880 x 1600 totali).

Insomma: o Apple ha intenzione di stupire il mercato con qualcosa di veramente fuori di testa alla Ready Player One oppure è possibile che questa specifica sia sbagliata. Staremo a vedere.

Il fantomatico visore avrà videocamere in grado di rilevare l'ambiente circostante e dovrebbe funzionare connettendosi a un box dedicato in wireless (WiGig 60 GHz), eliminando così i fastidiosi fili o la necessità di inserirci uno smartphone all'interno.

Anche dentro al box ci sarà un chip proprietario, dice la fonte, una soluzione prodotta a 5 nanometri chiaramente ancora in fase di progettazione. Con TSMC impegnata a produrre a 7 nanometri e pronta a investire miliardi sui processi futuri, per il 2020 potrebbero esserci chip a 5 nanometri, seppur forse non in grandissimi volumi.