Applicazioni Facebook nella tempesta, per la privacy

Facebook è finito nel ciclone per colpa delle applicazioni terze come ad esempio Farmville che sono blande nella protezione degli user ID degli utenti. Il Wall Street Journal è stato molto duro al riguardo.

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a cura di Dario D'Elia

Facebook ha risposto per le rime a chi l'accusa di non proteggere adeguatamente la privacy dei suoi utenti. Il Wall Street Journal oggi ha pubblicato un articolo dove rivela che le applicazioni Facebook più popolari (realizzate da società indipendenti, NdR) condividono con i broker pubblicitari i codici identificativi (User ID - UID) degli utenti.

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In pratica software come Farmville, FrontierVille, Texas HoldEm Poker e tante alter sarebbero responsabili di una "tratta" dei dati a dir poco illegale. Mike Vernal, ingegnere responsabile di Facebook, è stato chiaro sul blog ufficiale.

"La nostra policy sulla protezione dei dati personali è chiara e prevede che nessuno possa accedervi senza esplicito consenso. Inoltre gli sviluppatori non possono divulgare le informazioni degli utenti ai network pubblicitari e ai broker che raccolgono dati. Attuiamo misure forti per portare avanti questa policy, inclusa la sospensione e disattivazione di applicazioni che violano le norme", ha scritto Vernal.

A suo parere il passaggio degli UID a volte si concretizza per soddisfare esigenze tecniche dei browser. In ogni caso la sua conoscenza "non permette a nessuno di accedere a informazioni private dell'utente senza consenso […] a prescindere da questo noi ci impegniamo ad assicurare che anche passaggi di UID non voluti siano prevenuti".  

Insomma si tratterebbe proprio di una tempesta in un bicchier d'acqua anche perchè le applicazioni responsabili di azioni sospette sono già state tutte sospese.