Attacco Ransomware come un missile Tomahawk, dice Microsoft

Il presidente di Microsoft Brad Smith lancia l'allarme: è pericoloso stoccare criticità come WannaCrypt, il cui furto è paragonabile a quello dei missili Tomahawk.

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a cura di Alessandro Crea

Se si parlasse di armi convenzionali, il furto della vulnerabilità dell'NSA che ha fatto scoppiare in questo weekend un allarme mondiale, sarebbe paragonabile a quello di missili Tomahawk. Non utilizza mezzi termini Microsoft, per bocca del suo presidente Brad Smith, per definire la gravità i quanto accaduto. I missili da crociera Tomahawk infatti sono armi molto potenti usate per attacchi navali o a terra ma possono trasportare anche testate nucleari.

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L'azienda di Redmond considera quindi l'accaduto un campanello d'allarme e invita i governi mondiali a riflettere sulla pericolosità di custodire questo tipo di software, che può poi diventare un'arma pericolosissima nelle mani sbagliate di hacker senza scrupoli.

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Per i pochi che ancora non fossero al corrente di quanto accaduto, tra venerdì e sabato centinaia di paesi in tutto il mondo sono stati colpiti da un gigantesco attacco hacker attraverso un ransomware basato su uno degli exploit rubati all'NSA ad agosto 2016 e poi pubblicati sul web lo scorso mese.

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Microsoft in realtà aveva pubblicato già a marzo scorso una patch che risolveva la vulnerabilità in questione sui propri sistemi ma i danni provocati dall'attacco di questo weekend dimostrano come la maggior parte degli utenti mondiali e persino delle aziende non dispongano di software aggiornati e continuino a prendere sotto gamba il tema della sicurezza.

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Come giustamente spiegato dal nostro direttore Pino Bruno infatti la massiccia presenza in rete di tali computer privi di protezioni è paragonabile all'assenza di vaccinazione in parte della popolazione: in entrambi i casi infatti si consente al virus di circolare e di causare ingenti danni.

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Per questo motivo Microsoft invita i governi, le aziende e i singoli utenti a lavorare assieme per prevenire il ripresentarsi di situazioni del genere in futuro. Lo scenario attuale è assai complesso e senza la collaborazione di tutti non è possibile proteggersi efficacemente, non importa quanto duramente lavori Microsoft o altre aziende legate all'ambito della sicurezza. Aziende e utilizzatori dovrebbero preoccuparsi maggiormente del tema e i governi dovrebbero pensare a come rendere inaccessibili tali soluzioni a malintenzionati esterni. Oggi infatti si è trattato della richiesta di riscatto in Bitcoin per i dati personali cifrati dal ransomware, e domani?