Auto senza conducente: la California avanza e gli italiani sono bloccati -tenere ferma

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a cura di Elena Re Garbagnati

Le auto che guidano da sole, o self driving car che dir si voglia, stanno per iniziare a circolare nel traffico ordinario in molti Paesi. Certo, nel tempo ci sono stati diversi esperimenti, ma adesso il Dipartimento di veicoli a motore della California ha deciso di regolamentare la tecnologia emergente mediante il rilascio di appositi permessi di circolazione.

Le self driving car quindi si potranno muovere in semi autonomia nel traffico di tutti i giorni sia in città sia sulle autostrade, a patto che l'azienda produttrice sia intestataria di un permesso e che sia presente a bordo un autista in carne e ossa capace di assumere il controllo del veicolo nel caso in cui il computer di bordo dovesse prendere decisioni rischiose o perdere il controllo.

Auto senza guidatore

L'ente ha già consegnato i permessi a tre aziende che potranno usare 29 veicoli sulle strade e autostrade; la maggior parte saranno Google Car, ma ci saranno anche modelli di Mercedes e Volkswagen.

Anche se sembra un dettaglio, quello californiano è un passo fondamentale per non frenare l'attività di ricerca e sviluppo e quindi favorire un'industria emergente. In sostanza c'è un ente unico e chiaramente identificato a cui rivolgersi, e che in tempi rapidi – presentando la corretta documentazione – concede i permessi di circolazione.

Esattamente il contrario di quanto avviene in Italia, a quanto racconta Olga Landolfi, Segretario Generale dell'Associazione Italiana per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza (TTS Italia), associazione che annovera tra i soci fondatori sia il Ministero dei Trasporti che quello dei Lavori Pubblici.

Nel corso di un'intervista con Wired ha spiegato che in questo momento in Italia manca l'interesse per la guida automatica, intesa come driverless car, nonostante siamo all'avanguardia con la ricerca grazie al VisLab dell'Università di Parma, che ha portato avanti diversi progetti fra cui Argo del 1998, il viaggio Parma-Shanghai e BRAiVE (L'auto senza guidatore più avanzata del mondo è italiana).

L'ingegnere Pier Paolo Porta del VisLab conferma che la tecnologia è pronta, ma per fare esperimenti su strada il VisLab ha dovuto "chiedere autorizzazioni partendo dagli enti locali per arrivare al ministero per poi ripercorrere a ritroso lo stesso percorso burocratico facendo passare mesi e mesi; nello specifico sono stati interpellati la Direzione Centrale della Motorizzazione Italiana, il Ministero dell'Interno – Polizia Stradale, ANAS, Comune di Parma, Polizia Municipale e Camera di Commercio di Parma".

Qual è il problema? Che mettere in strada un'auto senza guidatore da noi è "una cosa non usuale" e quindi "il solo capire quale poteva essere la procedura da seguire ha richiesto mesi e mesi, [perché] la cosa non banale non è formulare una richiesta, ma sapere a chi farla, capire di chi è la giurisdizione e la responsabilità".

Landolfi fa meglio il punto della situazione: "noi come Italia le uniche cose che abbiamo da un punto di vista legislativo sono il decreto del 1 febbraio 2013 sulla diffusione degli ITS (sistemi di trasporto intelligenti) - unico quadro normativo italiano sulla materia ITS pubblicato anche nella gazzetta ufficiale sottoscritto dal ministro dei trasporti - e il piano d'azione nazionale sugli ITS approvato dal ministro Lupi il 12 Febbraio 2014". Il problema è che in questi documenti la guida automatica intesa come guida di un'auto senza pilota su suolo pubblico non è menzionata. Il peggio è che secondo Landolfi: "in questo momento non ci sono tavoli legislativi aperti".

L'ostacolo burocratico è un problema che in Italia conosciamo fin troppo bene purtroppo, e che rischia per l'ennesima volta di farci diventare il fanalino di coda in un settore di cui siamo pionieri.