AF Ibrido e ottiche STM

Recensione - Test della Canon EOS 650D, nuova reflex entry-level del mondo EOS. Nuovo sistema AF ibrido e touchscreen la rendono più adatta al video che mai, senza dimenticare la solida base fotografica.

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a cura di Tom's Hardware

AF Ibrido e ottiche STM

Il sistema autofocus ibrido nasce soprattutto per superare il limite della messa a fuoco continua in modalità LiveView o durante la ripresa video.

Come noto, quando lo specchio è sollevato, il sistema AF principale della reflex (a rilevazione di fase) non può funzionare, ed è giocoforza costretto ad affidarsi a un più lento meccanismo di messa a fuoco a rilevazione di contrasto. Il limite principale del metodo a rilevazione di contrasto è che la fotocamera non può misurare la distanza dal soggetto da mettere a fuoco, e quindi procede per tentativi, rilevando costantemente il contrasto dell'immagine per capire se la direzione di movimento è corretta o meno.

Tipicamente, una volta raggiunta la corretta distanza di messa a fuoco, questa viene superata, poi la fotocamera torna leggermente sui suoi passi - è il cosiddetto fenomeno del "focheggiamento", particolarmente fastidioso nel girato video.

La messa a fuoco, operata dal tradizionale motore Canon Ultrasonic, provoca vibrazioni visibili. La messa a fuoco è anche leggermente più lenta, ma il vero contro, durante la ripresa video, è data dall'azionamento rumoroso e "scattoso" che impedisce di ottenere una ripresa stabile (nonostante l'utilizzo del cavalletto).

La soluzione di Canon, adottata per la prima volta su questa 650D, è un sensore d'immagine principale che integra un sistema AF a rilevazione di fase, usato congiuntamente alla rilevazione di contrasto. Il sistema a rilevazione di fase (che copre l'area centrale dell'immagine, sostanzialmente l'area all'interno dei punti AF del sensore AF principale) viene utilizzato in prima battuta per individuare la distanza dal soggetto e portare, rapidamente e a colpo sicuro, la lente in prossimità della distanza corretta. A quel punto interviene l'AF a rilevazione di contrasto (attivo invece sulla maggior parte del fotogramma) per la regolazione fine.

La peculiarità delle nuove ottiche STM è invece data dall'uso di un motore passo-passo. Caratteristica principale del motore passo-passo è la grande precisione con cui può essere posizionato che, unita alla demoltiplicazione dell'azionamento, porta ad avere una precisione nel posizionamento delle lenti davvero micrometrica.

La messa a fuoco, grazie al nuovo motore STM integrato nell'ottica, è rapida e fluida. Nessuna vibrazione provocata dal sistema AF in funzione.

Utilizzando una di queste ottiche, ci si rende però conto di altre due caratteristiche: silenziosità e controllo "by wire". Sulla silenziosità non c'è molto da dire - il movimento è del tutto inavvertibile. Controllo "by wire" significa invece che non c'è collegamento meccanico tra ghiera di messa a fuoco e azionamento, così - un po' come avviene con le pregiate ottiche L azionate da motore USM, la correzione manuale della messa a fuoco è sempre possibile, anche ad AF inserito. L'unica differenza, in questo senso, è che per scelta (probabilmente per evitare correzioni indesiderate) la correzione manuale della messa a fuoco è attiva solo col pulsante di scatto premuto a metà corsa.

Abbiamo confrontato in modalità LiveView il sistema di messa a fuoco ibrida con un sistema AF a rilevazione di contrasto tradizionale (600D), con l'EF-S 18-135mm f/3.5-5.6 IS STM e con un più classico EF 28-135 f/3.5-5.6 IS, è il risultato ci ha convinto solo in parte. L'aspetto positivo è che l'AF ibrido in presenza di ottiche STM è un grosso passo in avanti.

La sensazione di maggior reattività è tangibile e sostanziale, così come sostanziale è la maggior silenziosità e fluidità di movimento, che abbiamo cercato di mostrare nel video qui sotto (si notino le vibrazioni durante la messa fuoco prodotte dal motore tradizionale, con fotocamera appoggiata su cavalletto).

Gli aspetti negativi sono invece due: il primo è che, in presenza di ottiche standard, il guadagno ottenibile con il nuovo corpo macchina è meno evidente. Il secondo è che, in assoluto, il sistema ibrido rappresenta un evidente passo avanti per una reflex, ma non colma il divario con la tecnologia SLT di Sony né con le più veloci mirrorless attualmente in commercio, come la Olympus OM-D.

Possiamo quindi dire che la 650D è la reflex più adatta al video e allo scatto LiveView mai provata finora, ma il suo uso prevalente deve continuare a essere la modalità reflex classica, con specchio abbassato. Chi cerca un prodotto per girare soprattutto video, o per inquadrare con lo schermo posteriore, troverà nelle mirrorless soluzioni più efficaci.