Cassini ha raccolto i segreti dei pennacchi di Encelado

La sonda Cassini ha svelato alcuni dei segreti che si nascondo dietro ai pennacchi di vapore di Encelado, la luna ghiacciata di Saturno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

I pennacchi di vapore di Encelado, la luna ghiacciata di Saturno, sono stati fra i focus dell'indagine scientifica condotta dalla sonda Cassini della NASA. Gli scienziati che stanno analizzando i dati hanno concluso che almeno una parte dei getti che eruttano al polo sud di Encelado aumentano di intensità quando la luna è più lontana da Saturno nella sua orbita. Ma non è tutto qui.

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Come molti sapranno la sonda Cassini ha orbitato nel sistema di Saturno dal 2004, e nei flyby che ha compiuto ha fotografato e analizzato più volte i pennacchi di vapore che fuoriescono dalla fratture sul Polo sud di Encelado - note come tiger stripe. Si tratta di vaste nubi di gas e polveri ghiacciate che si estendono per centinaia di chilometri nello Spazio e misurano più volte la larghezza della luna stessa.

Stando alle analisi con gli strumenti di bordo, il 90% del materiale espulso è formato da vapore acqueo, che spinge nello Spazio grani di polveri successivamente intercettati dalle fotocamere di bordo. Stando alle informazioni finora analizzate sembrerebbe che la quantità di materiale emesso dai getti sia direttamente proporzionale alla distanza da Saturno: quando Encelado si avvicinava al punto più lontano nella sua orbita ellittica intorno a Saturno i grani sono in quantità fino a tre volte superiore al solito.

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Un altro dato molto importante riguarda la composizione dei getti. L'11 marzo scorso Epsilon Orionis (una stella della cintura centrale di Orione) è passata dietro ai pennacchi gassosi di Encelado durante un'osservazione. Fu questo evento a permettere all' Ultraviolet Imaging Spectrograph (UVIS) di Cassini di rilevare la loro densità. La sorpresa non è mancata: la quantità di materiale emesso con il vapore acqueo non è aumentata in maniera massiccia come si aspettavano gli scienziati, ma solo del 20%.

Non solo: concentrandosi sul getto soprannominato "Baghdad I" gli scienziati hanno scoperto che la quantità di gas nel pennacchio principale non cambia molto, ma che questo getto era quattro volte più attivo di quanto osservato durante altri periodi orbitali di Encelado. Ed è proprio l'aumento dell'attività dei getti che solleva una maggiore quantità di grani di polvere ghiacciati.

Larry Esposito dell'UVIS Team presso l'Università del Colorado, ha spiegato che "finora si era pensato che la quantità di vapore acqueo nelle eruzioni fosse influenzata dalla forza delle maree di Saturno, invece abbiamo scoperto che il cambiamento sta avvenendo nei getti di piccole dimensioni. Questo aumento nell'attività delle emissioni è ciò che spinge i granelli di polveri ghiacciati nello Spazio".

Questa non è la conclusione delle indagini ma solo un passo avanti suggerito da quello che abbiamo potuto osservare esternamente. Per capire cosa accada sotto alla crista ghiacciata di Encelado serviranno altri studi.