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Dal progetto Socrate al piano Enel, la sorte della fibra

Da Socrate al piano Enel. Entrambi sui progetti ambiziosi per portare la fibra nelle case degli italiani. Nel 1995 la tecnologia non era ancora matura, oggi non manca nulla per fare bene.

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Avatar di Pino Bruno

a cura di Pino Bruno

Pubblicato il 08/04/2016 alle 12:02

Ieri il Governo ha presentato il piano di Enel per portare direttamente la fibra ottica nelle case e negli uffici degli italiani grazie alla sostituzione dei contatori elettrici digitali con quelli di nuova generazione. Un'operazione imponente, anche dal punto di vista economico. Per Enel si tratta di un investimento da 2,5 miliardi di euro, che sarà attuato dalla società Enel Open Fiber. L'intervento – per dimensioni e finalità - ricorda il progetto Socrate (Sviluppo Ottico Coassiale Rete Accesso Telecom) di Stet-Sip-Telecom avviato nel 1995 e poi abbandonato nel 1997 quando ci si rese conto che l'avvento dell'ADSL ne avrebbe vanificato l'obiettivo.

piano socrate centralina abbandonata
Centralina Socrate

Per Socrate era previsto un investimento di 13mila miliardi di lire (6,7 miliardi di euro) e di miliardi ne furono spesi 5000 prima dell'abbandono. Molte città furono sventrate per realizzare i tunnel in cui far passare la fibra ottica basata su tecnologia HFC (Hybrid Fiber Coax), l'unica disponibile in quegli anni. Fibra lenta, lontana mille miglia dalle prestazioni di quella che si posa oggi. Tunnel che raggiungevano migliaia e migliaia di centraline davanti alle case. Dalle centraline partivano poi i cavi coassiali diretti a case e uffici, con conseguenti lavori di scasso per costruire nei palazzi, piano dopo piano, condotti paralleli a quelli del doppino di rame. Interventi talmente invasivi da provocare la ribellione e il rifiuto di molte assemblee di condominio.

Ebbene, quelle migliaia di chilometri di fibra non furono mai "accese" e nessuno mai poté usufruire della velocissima – per l'epoca – velocità promessa: 1.5 Mb in download e 64 kb in upload. Ormai c'era l'ADSL a garantire migliori prestazioni, costi ridotti e minore invasività, sul "vecchio" doppino di rame. E.Biscom (poi Fastweb) acquisì parte di quei condotti e di quella fibra, mentre migliaia e migliaia di centraline mai utilizzate sono ancora lì, ruderi e icone di un fallimento.

fido dect  palo abbandonato
Palo DECT

Socrate era un progetto ambizioso, una delle più grandi opere pubbliche mai avviate nel settore delle telecomunicazioni, bruciato dall'evolversi della tecnologia e anche dalle lotte di potere tra i vertici delle aziende pubbliche e private del comparto. Il fallimento di Socrate andò di pari passo con il colossale flop di FIDO-DECT, ovvero il cosiddetto cordless da passeggio.

Erano tempi in cui la telefonia cellulare era agli albori, costosissima e poco efficiente. Così Telecom decise di estendere all'intera area urbana la zona di copertura del cordless di casa propria o dell'ufficio. In casa FIDO dialogava con la stazione radio base collegata alla presa. Per strada, in bicicletta, sul tram o in auto, fino alla velocità massima di 40 chilometri orari, il cordless permetteva di telefonare usando il numero casalingo grazie all'interazione con una o più delle migliaia di microcellule installate da Sirti.

cordless per fido dect
Cordless per FIDO-DECT

FIDO in realtà si rivelò inaffidabile, funzionava poco e male. Il progetto si dimostrò costosissimo e fu dismesso nel 2001, quando la telefonia cellulare, grazie agli standard GSM/GPRS/EDGE, divenne più efficiente e meno cara. Mille (o millecinquecento) miliardi di lire gettati dalla finestra. E i pali di FIDO-DECT, così come le inutili centraline di Socrate, sono ancora lì. 

Al progetto Enel Open Fiber auguriamo con tutto il cuore una sorte migliore.

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