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DIDO, per scaricare veloci anche dallo smartphone

Una nuova tecnologia di comunicazione senza fili ha le potenzialità per cambiare il modo in cui usiamo il cellulare. DIDO si affida alle interazioni tra dispositivi radio per migliorare le prestazioni.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 04/08/2011 alle 09:51 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:33
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Una nuova tecnologia di comunicazione senza fili potrebbe trasformare le interferenze radio in risorse, piuttosto che in ostacoli da superare. L'hanno ideata gli ingegneri di Rearden Labs (già creatrice di OnLive), azienda fondata da Steve Perlman.

Secondo Perlman il nuovo tipo di rete senza fili potrebbe essere in grado sostenere quantità di dati migliaia diverse volte maggiori rispetto a quanto offrono oggi le reti 3G, LTE o Wi-Fi. Si chiama DIDO (distributed input distributed output) ed è al momento in fase di test.

Perlman è partito da un problema noto a tutti. Le attuali reti cellulari sono spesso sovraccariche, e nelle zone molto popolate può essere difficile ottenere una connessione di qualità accettabile. La soluzione secondo Perlman è sfruttare la presenza simultanea di molti dispositivi, rendendo le interferenze tra gli stessi un ulteriore metodo per trasferire dati.

DIDO in effetti si basa sulla combinazione di segnali provenienti da molte trasmittenti (i telefoni cellulari). Ogni segnale crea una "bolla di recezione" intorno a un utente – o meglio a un dispositivo – che interagisce con altre bolle. Forma e dimensioni dei segnali cambiano in base al numero di dispositivi presenti.

Per funzionare DIDO ha bisogno di un sistema a monte, per calcolare forma e potenza dei segnali, così come il modo in cui devono interagire. "La potenza di calcolo necessaria è molto grande, ma abbiamo risolto affidandoci a un cloud server", spiega Perlman.

Se un cellulare vuole usare la rete DIDO, quindi, prima contatta la torre più vicina, comunicando le proprie condizioni radio. In questo modo gli altri dispositivi vicini possono interagire, e le prestazioni migliorano. Perlman spiega che i test con 10 dispositivi in una stanza sono stati un successo, per il download, mentre l'uplink crea ancora qualche difficoltà.

DIDO è, un certo senso, una sorta di rete P2P per smartphone, perché mette i dispositivi in condizione di condividere le risorse disponibili, e ottenere così prestazioni migliori. Una rete simile potrebbe essere un complemento ideale per quelle attuali, perché permetterebbe lo sviluppo di reti più veloci con investimenti più contenuti.

Oltre ai server sarebbero necessarie anche molte "minitorri" per sostenere una rete DIDO, che potrebbero trovare posto più o meno ovunque.

DIDO è una tecnologia promettente. Alcuni aspetti si devono ancora risolvere, e quello più rilevante ha a che vedere con i costi. Gli operatori telefonici di tutto il mondo la prenderanno certamente in considerazione, come possibile alternativa alla soluzione delle femtocelle. Resta poi da vedere quale sicurezza possa offrire DIDO agli utenti, considerando il tipo di connessione di cui si parla, e la natura molto sensibile dei dati trasmessi da un dispositivo personale.

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