Dottrina Sarkozy, è quasi fatta in Francia

L'approvazione di HADOPI da parte dell'Assemblée Nationale ha praticamente segnato il destino degli utenti P2P francesi

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a cura di Dario D'Elia

La Dottrina Sarkozy è stata approvata dal parlamento francese. L'Assemblée Nationale, che di fatto è la Camera più importante poiché esprime la fiducia al Governo, con 296 voti a favore ha aperto la strada alla strategia dei "3 strikes". In pratica, dopo il prossimo voto favorevole del Senato - praticamente scontato - gli utenti francesi che scambieranno file piratati via P2P rischieranno la sospensione dei servizi di connettività alla Rete.

HADOPI (Projet de loi favorisant la diffusion et la protection de la création sur Internet) è stata bocciata lo scorso aprile dalla stessa Assemblée Nationale. Grazie ad alcune piccole modifiche, ma ieri ha raccolto il consenso di cui aveva bisogno: l'industria dei contenuti potrà scandagliare la Rete per individuare gli indirizzi IP che violano le norme sul copyright, e successivamente mettersi in contatto con i provider per avviare la procedura di alert.

Le associazioni per la privacy, l'Opposizione e le community online sperano ancora nel Senato, e in ultima istanza nella Commissione Europea. La seconda Camera francese difficilmente boccerà la norma, ma se dovesse accadere potrebbe essere coinvolta la "commission mixte paritaire" (commissione mista paritaria), composta da 7 deputati e 7 senatori che, di solito, consente di giungere ad una proposta di legge più in sintonia con le richieste di entrambe le Camere.

L'altro fronte di speranza è rappresentato dal Parlamento Europeo, che sta votando il cosiddetto Pacchetto Telecom – la riforma europea sulle comunicazioni elettroniche. L'ultima bozza della nuova normativa è in totale contrasto con la Dottrina Sarkozy, poiché arroga solo ed esclusivamente all'autorità giudiziaria il potere di "negare ai cittadini limitazioni ai diritti e alle libertà fondamentali". Per il voto definitivo bisognerà comunque aspettare le decisioni dei nuovi eletti di giugno.

Aggiornamento. Mi sono preso la briga di analizzare l'iter legislativo della nuova normativa e in verità ho scoperto che la commissione mista paritaria si è già espressa lo scorso aprile. A questo punto il voto del Senato sarà decisamente scontato.