DRM, musica a scadenza come lo yogurt

Per la RIAA non c'è nessun obbligo di mantenere a lungo i server DRM

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

I server DRM avranno vita breve e i prodotti digitali vincolati agli stessi server, musica e film, sono destinati a diventare inutili. L'hanno dichiarato i rappresentanti della RIAA, proprio in un momento in cui l'ufficio del copyright sta valutando il DMCA (Digital Millenium Copyright Act), ed è concentrato su come gestire le varie violazioni dei DRM.

L'avvocato Steven Metalitz, che rappresenta la RIAA, ha specificato che "i detentori di diritto d'autore non dovrebbero essere forzati a fornire accesso perpetuo ai lavori dell'ingegno", perché "nessun altro prodotto o fornitore di servizi sono tenuti a dare standard così elevati".

DRM, cosa proteggono?

Le affermazioni di Metalitz sono una risposta alle ipotesi che vorrebbero consentire l'aggiramento legale dei DRM nel caso il server relativo non sia più in funzione. La RIAA si oppone, forse perché vorrebbe che gli utenti ricomprassero, chissà quante volte, la stessa canzone?

In teoria, d'altra parte, un server potrebbe funzionare in eterno, con la manutenzione adatta. La svolta, in realtà, riguarda il concetto stesso di prodotto: con i DRM, attualmente in crisi, non si diventa più proprietari dell'album o del film, ma si tratta piuttosto di un "noleggio a lungo termine", con permessi d'uso limitati. Non è una novità, come idea, ma è ancora oggetto di discussione.

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