Eric Schmidt lascia a Larry Page il trono di Google

Eric Schmidt assumerà la carica di presidente esecutivo, mentre il co-fondatore Larry Page subentrerà dal 4 aprile nel ruolo di amministratore delegato. Questo cambio al vertice di Google potrebbe modificare parte della strategia del colosso di Mountain View che intanto batte le stime degli analisti con l'ultima trimestrale.

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a cura di Manolo De Agostini

Terremoto nei vertici di Google: Eric Schmidt, 55 anni, non sarà più l'amministratore delegato. La carica passerà, dal 4 aprile, al trentottenne Larry Page, uno dei fondatori della casa di Mountain View insieme a Sergey Brin. Schmidt non lascerà Google, ma ricoprirà la posizione di presidente esecutivo. Sergey Brin, invece, "focalizzerà le proprio energie in progetti strategici, in particolare nuovi prodotti".

"Come mostrano i nostri risultati, il futuro è radioso. Con la crescita di Google, gestire il business era diventato più complicato. Quindi Larry, Sergey e io abbiamo parlato a lungo su come semplificare la nostra struttura amministrativa e velocizzare le decisioni. Nel corso delle vacanze abbiamo deciso che fosse arrivato il momento giusto per fare alcuni cambiamenti nel modo in cui eravamo strutturati", ha dichiarato Schmidt.

"Nel corso degli ultimi 10 anni siamo stati tutti coinvolti in egual modo nel processo decisionale. Questo triumvirato ci consentiva di avere benefici reali in termini di condivisione delle idee, perciò continueremo a discutere le grandi decisioni tra di noi. Tuttavia abbiamo anche concordato la necessità di chiarire i ruoli individuali in modo da avere una responsabilità più netta al vertice dell'azienda", ha aggiunto Schmidt.

Schmidt, nella sua nuova veste, si occuperà di stringere accordi, partnership, curare le relazioni con clienti nuovi, vecchi e i governi. Sarà inoltre un consulente sia per Page che per Brin. L'ex AD ha inoltre motivato questo rimescolamento dei ruoli dichiarando che Larry Page è pronto per rivestire una carica così importante e Google non ha più bisogno della balia.

Da sinistra a destra: Schmidt, Page e Brin

Sul fatto che Google non abbia più bisogno della balia, si può anche essere d'accordo. Su quello che Page sia maturato tanto da assumersi responsabilità ancora più importanti, non lo sappiamo, dovranno dimostrarlo i fatti. Una domanda assilla il mercato: un ingegnere, perché è ciò che fatto da sempre, saprà trasformarsi in parte anche in squalo della finanza? Lo vedremo. Inoltre bisogna chiedersi: oggi serve un "tecnico" a capo dell'azienda? In una sfida che si fa sempre più tecnologica sembrerebbe di sì, ma non bisogna sottovalutare l'aspetto delle sinergie - ma di quelle a quanto pare continuerà a occuparsene Schmidt.

Passiamo ai risultati finanziari. Il quarto trimestre fiscale 2010 si è concluso con 8,44 miliardi di dollari di fatturato, un incremento del 26 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'utile netto si è attestato a 2,54 miliardi di dollari, mentre quello per azione a 7,81 dollari.

I siti della galassia Google hanno generato il 67 percento del fatturato (5,67 miliardi), un passo in avanti del 28% rispetto al trimestre finale del 2009 (4,42 miliardi). I siti partner, attraverso i programmi AdSense, hanno totalizzato il 30 percento del fatturato, ovvero 2,5 miliardi di dollari. Si tratta di un dato in crescita del 22 percento rispetto al Q4 2009 (2,04 miliardi).

Il 52 percento (ovvero 4,38 miliardi) del fatturato del trimestre è stato raccolto al di fuori degli Stati Uniti. I cosiddetti paid click - che includono i click relativi alle pubblicità servite sui siti Google e quelli partner AdSense - sono cresciuti del 18 percento rispetto all'anno scorso e dell'11 percento rispetto al terzo trimestre 2010.