Facebook e YouTube: se parlano i politici il rigore delle policy si annacqua

Facebook e Youtube vogliono concedere alle dichiarazioni dei politici un margine di manovra più ampio rispetto a quello imposto dalle rispettive policy.

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a cura di Dario D'Elia

Facebook e Youtube in questi giorni sono tornati sulla questione della rimozione dei contenuti online dei politci confermando approcci leggermente diversi. Il capo della comunicazione di Facebook Nick Clegg - che per altro è stato l'ultimo Deputy Prime Minister del Regno Unito durante il mandato di David Cameron – ha dichiarato all'Atlantic Festival e sostenuto in post che ai politici bisogna concedere di fatto l'elusione della policy per il rispetto del processo democratico.

"Se qualcuno rilascia una dichiarazione o condivide un post che infrange gli standard della nostra comunità, lo consentiamo comunque sulla nostra piattaforma se riteniamo che l'interesse pubblico nel vederlo superi il rischio di danno", ha spiegato Clegg. "D'ora in poi tratteremo i discorsi dei politici come contenuti degni di nota che, come regola generale, dovrebbero essere visti e ascoltati". Insomma, maggiore libertà di espressione a patto che i contenuti espressi non "portino a violenza o a danni nel mondo reale" o facciano parte di campagne pubblicitarie a pagamento. Insomma, Facebook vuole sfilarsi da ogni implicazione politica e intervenire solo nei casi più  estremi – che comunque non sono stati definiti in dettaglio.

L'AD di Youtube Susan Wojcicki durante lo stesso Atlantic Festival ha dichiarato che i contenuti dei politici saranno rimossi come quelli riguardanti chiunque altro, nel totale rispetto della policy. Ma a stretto giro l'ufficio stampa dell'azienda è intervenuta dicendo che i media avevano mal interpretato il suo intervento. Sì alla rimozione ad eccezione che questi non abbiano valore educativo, informatico, scientifico o artistico.

In sintesi se da una parte Facebook ha una posizione più netta sull'argomento ponendo come soglia limite solo la violenza, YouTube stabilisce un margine più blando e tutto da interpretare. In linea di massima sembra che alla politica si voglia concedere ampio spazio di manovra pur riservandosi la possibilità di agire nelle situazioni più critiche.