Facebook: foto imbarazzanti online in eterno, siete fregati!

Facebook non cancella le immagini. Il nuovo allarme privacy svela che i vecchi server del social network hanno ancora in memoria fotografie cancellate tre anni fa dagli utenti. I tecnici promettono che entro due mesi tutto sarà risolto e che in futuro basteranno 45 giorni per far sparire quello che non si vuole più far vedere al resto del mondo. Speriamo, perché la tutela della privacy e il diritto all'oblio oggi non sono più un'opzione.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Le foto sono i vostri ricordi, e se le affidate a Facebook potete essere certi che saranno indelebili. Sembra infatti che il social network non ne voglia sapere di far sparire le immagini degli utenti, anche anni dopo che sono state cancellate dal legittimo proprietario. Il caso era venuto a galla nel 2009, quando Ars Technica aveva pubblicato un articolo inchiesta da cui emergeva che gli scatti, pur se cancellati, restavano ugualmente sui server e si potevano rivedere anche ad anni di distanza.

Facebook non ci azzecca proprio con la privacy

Per poterlo fare bisogna conoscere il link dell'immagine o usare un'applicazione che "se lo ricorda", quindi il ritorno al passato non è cosa da tutti, ma francamente l'idea che gli scheletri nell'armadio possano tornare alla luce è fastidiosa. Per dovere di cronaca c'è da dire che anche My Space tre anni fa aveva la stessa memoria da elefante di Facebook, mentre con Flickr e Twitter far sparire immagini compromettenti è un gioco da ragazzi.

Facebook aveva promesso che avrebbe risolto l'inghippo, ma così non è stato. In questi giorni il celebre sito di giornalismo è tornato sulla faccenda per verificare che le promesse fossero state mantenute e ha trovato online le stesse foto che erano state cancellate ai tempi dell'inchiesta. È quindi comprensibile che questa volta il colosso di Menlo Park (California) ci abbia messo più impegno se non altro nella disponibilità verso i giornalisti, ai quali il portavoce Frederick Wolens si è premurato di spiegare che "il vecchio sistema usato per conservare le foto non sempre le eliminava dal sito in un periodo di tempo ragionevole dopo la cancellazione".

Ora le cose vanno meglio perché "l'archivio di foto è stato spostato in un nuovo sistema che elimina completamente le immagini entro 45 giorni", purtroppo però "è  rimasta una piccola percentuale di fotografie sul vecchio sistema, in attesa di essere trasferite" e il caso vuole che fra le immagini in ostaggio ci fossero quelle dell'inchiesta di ArsTechnica.

La promessa odierna è quindi che "entro un mese o due sarà completato il processo di trasferimento" e quindi sarà possibile eliminare tutti i vecchi contenuti. Questa volta sarebbe meglio che il "trasloco" funzionasse, o che per lo meno i tecnici diventassero furbi e facessero sparire le immagini scattate dai giornalisti. Zuckerberg sta presentando gli incartamenti per quotare in borsa la sua azienda, e in pochi saranno disposti ad accettare che 100 miliardi di dollari non bastino per proteggere la loro privacy.

E se un tempo certe faccende stavano a cuore solo negli Stati Uniti, ricordiamo che qualche tempo fa è stata presentata una proposta di legge della Commissione Europea per la tutela della privacy che include fra le opzioni il diritto all'oblio. Forse non sarà la panacea di tutti i mali, ma speriamo che metta fine al fatto che "Internet non dimentica niente", come aveva titolato il celebre blogger Joseph Daniel Lasica nel 1998, quando riferendosi a un web acerbo e allora per molti versi innocuo aveva immaginato che sussurrasse: "Non ti scorderò mai. Non è una promessa. È una minaccia."