Facebook ha 83 milioni di utenze false su 955 milioni

L'ultimo rapporto trimestrale che Facebook ha consegnato alla Securities and Exchange Commission ha confermato che ben 83 milioni di utenze sono fake. Per lo più si tratta di profili doppi, di utenti singoli ma relativi ad aziende e animali, e account spam o indesiderati.

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a cura di Dario D'Elia

Facebook vanta più di 83 milioni di utenze fasulle che rischiano di minare ulteriormente la sua credibilità finanziaria. Il dato è stato svelato dal rapporto trimestrale che il colosso del social networking è costretto a consegnare alla SEC (Securities and Exchange Commission), l'ente di controllo della Borsa statunitense.

Nero su bianco si legge chiaramente che l'8,7% dei 955 milioni di account attivi sono irregolari. Nello specifico si parla di profili doppi (4,8%), utenze personali per aziende e animali (2,4%), nonché account indesiderati (1,5%) - di solito spammer. Insomma, la lista degli account illegittimi rischia di macchiare la credibilità pubblicitaria del colosso. Già, perché i numeri dell'audience sono chiave per qualsiasi contrattazione marketing. Non meno importanti i conteggi dei "Mi piace", gli accessi, la permanenza, etc.

Fake o bogus, la sostanza è quella

In verità la querelle sulle utenze fake è nota da tempo ma la dirigenza Facebook ha sempre negato che potesse trattarsi di un problema. Ora che l'azienda è quotata al Nasdaq però non si transige più su questi dettagli con implicazioni economiche. Sopratutto considerando la forte crescita nei paesi emergenti come Indonesia e Turchia. Per altro gli inserzionisti hanno iniziato a domandare a Facebook di comprovare la veridicità dei click sulle rispettive campagne pubblicitarie e banner. E se per primo il colosso sostiene che la maggior parte dei ricavi proviene dalla pubblicità, è evidente che tutta l'attenzione rivolta alla questione diventa sostanziale.

Un distributore digitale come Limited Press si è già messo sul piede di guerra dichiarando che l'80% dei click ricevuti proviene da account fasulli, soprattutto originati da Medio Oriente e Asia. "I bots accedono alle pagine e incrementano i nostri costi pubblicitari. Per questo abbiamo contattato Facebook ma sfortunatamente non hanno replicato", si legge nel comunicato di Limited Press. Già, ma l'outing è avvenuto prima che scoppiasse lo scandalo SEC; adesso il pallino è nelle mani di Zuckerberg.

E intanto le azioni calano: dai 38 dollari dell'IPO di maggio, ieri sono stati toccati i 20,04 dollari.

Aggiornamento. Abbiamo ricevuto una comunicazione da Facebook Italia che pubblichiamo volentieri per dovere di informazione: "L'identità autentica è molto importante all'interno dell'esperienza Facebook, il nostro obiettivo è che ogni account Facebook corrisponda effettivamente a una persona reale. Se, da una parte, abbiamo recentemente perfezionato e migliorato i nostri metodi per riconoscere quelli che definiamo duplicati o falsi account, dall'altra crediamo che questo non impatti sul ritorno sugli investimenti che assicuriamo agli inserzionisti. Crediamo inoltre che i casi di falsi "like" non siano così numerosi. Infatti, fonti esterne hanno verificato che la precisione del nostro targeting è al di sopra della media del mercato, sia online sia offline. Abbiamo team appositi che monitorano costantemente e rimuovono gli account falsi per rendere l'esperienza su Facebook la più autentica possibile per le persone e per gli inserzionisti".