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a cura di Dario D'Elia

L'Autorità Garante del Mercato ha ordinato a TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre di sospendere gli aumenti dei canoni dell'8,6%, stabiliti in contemporanea con il ritorno alla fatturazione mensile. Com'è risaputo a febbraio l'AGCM ha avviato un'istruttoria a carico degli operatori per un presunto coordinamento delle strategie commerciali - un "cartello". Di fatto avrebbero attuato modalità identiche per rispettare gli obblighi imposti dal Garante delle Comunicazioni.

"Il supposto coordinamento tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre sembrerebbe finalizzato a preservare l'aumento dei prezzi delle tariffe determinato dalla iniziale modifica della periodicità del rinnovo delle offerte (da mensile a quadrisettimanale), limitando al contempo il rischio di fuoriuscita dei propri clienti verso i principali concorrenti, in un momento di shock esogeno del mercato", puntualizzava l'AGCM il mese scorso.

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Adesso al fine di evitare "un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori" l'Autorità ha deciso di intimare la sospensione degli aumenti e "di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti".

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In sintesi gli aumenti che tutti gli operatori hanno annunciato non potevano che essere congelati poiché l'esito della contesa con l'AGCM non si è ancora definito. I termini per le consegne delle memorie difensive infatti è stato fissato ad aprile. Dopodiché il Garante si esprimerà.

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Ora, se da una parte è legittimo che gli operatori possano intervenire liberamente sulle tariffe, ciò che stride è il fatto che abbiano deciso di applicare i medesimi rincari con analoga tempistica. Una chiave di lettura sui tempi però l'ha fornita Fastweb: sostiene che sia semplicemente una diretta conseguenza delle indicazioni fornire dal Garante delle Comunicazioni in relazione al ritorno alla fatturazione mensile.