Prestazioni

Test X-Pro2: grazie all'unione del nuovo sensore X-Trans CMOS III da 24,3 Mpixel effettivi e dell'unità di calcolo X Processor Pro, la più costosa delle Fujifilm promette prestazioni da primato per il formato APS-C. In un corpo stile retrò, in lega di magnesio, resistente a polvere, acqua e freddo, spicca la versione rinnovata del famoso mirino Advanced Hybrid Multi con tre differenti opzioni di visualizzazione.

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a cura di Tom's Hardware

Prestazioni

Potete scaricare le foto di test in formato originale da questo indirizzo.

Era forte, da parte nostra, la curiosità di testare questo nuovo sensore nella "temuta" prova del rumore agli alti ISO. Temuta per modo di dire, visto che in più di un'occasione l'X-Trans CMOS ha mostrato prestazioni confrontabili con quelle di un sensore a pieno formato.

Fujifilm X Pro2 023

ISO 1.600 - ISO 3.200

Fujifilm X Pro2 024

ISO 6.400 - ISO 12.800

Fujifilm X Pro2 025

ISO 25.600 - ISO 51.200

Di seguito il comportamento in un caso reale (foto all'interno di una chiesa con poca luce):

Fujifilm X Pro2 026

ISO 1.600, 3.200, 6.400, 12.800 (crop 1:1)

Fujifilm X Pro2 027

ISO 25.600, 51.200 (crop 1:1)

Fujifilm X Pro2 028

ISO 51.200, ridimensionata alla risoluzione del monitor

Questi risultati riconfermano quanto già riscontrato su altri modelli della Casa testati in precedenza: si noti che l'entità di riduzione del rumore può essere modificata.

In sostanza, fino a ISO 6.400 il rumore è praticamente trascurabile. A ISO 12.800 s'inizia a notare in maniera più consistente, ma viene preservata un'ottima ricchezza dei dettagli e nessuna deriva cromatica. Salendo ulteriormente, 25.600 è una sensibilità ancora utilizzabile, mentre 51.200 è da considerarsi d'emergenza. Non si nota molto l'effetto di "piallatura" operato dal processore d'immagini per contenere il rumore, anche se indubbiamente il dettaglio cala, ma è già così elevato in partenza che la perdita non penalizza troppo il risultato finale. Su superfici uniformi, si nota alla sensibilità massima qualche macchia nella distribuzione spaziale del disturbo. Facendo un confronto con una full frame da 20 Mpixel, a occhio possiamo dire che si perde circa un f/stop nella riduzione del rumore agli alti ISO, confronto che pone la X-Pro2 sostanzialmente a livello di una macchina full frame. Un risultato ancora una volta eccellente da questo punto di vista.

Infine, il confronto JPEG/RAW a ISO 25.600:

Fujifilm X Pro2 029

JPEG (a sinistra) e RAW non compresso (a destra) a confronto

Una delle peculiarità del nuovo modello di punta Fujifilm è senz'altro legata all'autofocus. Il nuovo modulo dispone di ben 273 punti, dei quali 77 a rilevamento di fase (contro i 49 precedenti). Circa il 40% dell'area dell'immagine ora è coperto da pixel AF con rilevamento di fase, il che significa che la velocità dell'autofocus durante la cattura di soggetti in movimento è notevolmente migliorata.

Fujifilm X Pro2 030

77 punti di MAF su una griglia di 7 x 11

Fujifilm X Pro2 031

273 punti di MAF su una griglia di 13 x 21

Fujifilm X Pro2 032
Il comodo multi-controller dedicato permette una selezione diretta del punto di MAF in 8 direzioni indipendentemente dal modo in cui ci si trovi, e ciò rappresenta un ausilio indispensabile per il fotografo.

Le modalità AF sono le seguenti:

  • AF-S + Punto Singolo. Si può scegliere uno qualsiasi dei punti di MAF e selezionare la dimensione dell'area su cinque diversi livelli.
  • AF-S + Zone. Si può specificare un'area di 3 x 3, 5 x 5 o 7 x 7 punti.

     

    Fujifilm X Pro2 033
    L'area di messa a fuoco a zone su una griglia di 5 x 5 punti

  • AF-S + Wide/Tracking. Vengono usati tutti i punti di MAF a rilevamento di contrasto, per soggetti con movimenti moderati.
  • AF-C + Punto Singolo, ideale per riprendere un soggetto in movimento che si dirige o si allontana dalla fotocamera.
  • AF-C + Zone, permette di seguire il soggetto selezionando un'area ben precisa.
  • AF-C + Wide/Tracking, ideale per seguire un oggetto che si muove in maniera imprevedibile.

Il pregio di questo sistema di AF è l'immediatezza: è facile da impostare, da usare e ricalca quelle che sono le aspettative di un fotografo evoluto.

La velocità di messa a fuoco dipende molto dall'obiettivo utilizzato. Ad esempio, in modalità singola e con il Fujinon XF 56 mm montato non siamo riusciti a spuntare meno di 0,4-0,5 sec. in condizioni d'illuminazioni favorevoli selezionando il punto di MAF centrale e cambiando ripetutamente soggetto (cioè con l'obiettivo non pre-focalizzato sul medesimo soggetto). Con il 35 mm le cose vanno meglio, tuttavia è comunque avvertibile il fenomeno del focus hunting, che diventa più pronunciato quando l'illuminazione e il contrasto si fanno critici. Se si seleziona una zona (multi-punto) al posto del punto singolo, la velocità aumenta. Quello dell'AF è senz'altro un campo in cui Fujifilm sta lavorando da anni. L'impressione è si di una maggior velocità rispetto a qualsiasi altro modello della stessa casa (a parte la X-T2 che non abbiamo ancora testato), tuttavia riteniamo sia possibile fare ancora qualcosa di più. Bisogna però ricordare che la X-Pro2 non è una macchina per fotografia sportiva o naturalistica, ma per paesaggi, ritratti e street photography, dove la rapidità della messa a fuoco è meno sentita.

Per la prova con soggetto in movimento abbiamo utilizzato l'XF 35 mm a tutta apertura. La macchina dovrebbe essere impostata secondo le medesime raccomandazioni già date per la X-T10: disabilitare il face detector e il risparmio di energia, selezionare il sistema di MAF AF-C + Zone e mettere la macchina in pre-focusing.

Adottando questi accorgimenti ed impostando lo scatto continuo lento (CH) e la messa a fuoco continua, abbiamo ripreso una bambina in corsa in movimento verso la fotocamera a velocità relativamente bassa, ottenendo una percentuale di fotogrammi perfettamente a fuoco attorno al 90%. Un risultato decisamente buono, leggermente migliore a quello ottenuto dalla X-T10.  

Fujifilm X Pro2 034

Nel caso invece di movimento a zig zag con area di messa a fuoco estesa e modalità tracking (in modo che la macchina riconosca da sola il movimento del soggetto), la percentuale di scatti a fuoco in una raffica lenta è di circa il 78%. Il soggetto viene tracciato, ma con un certo ritardo rispetto al suo movimento, anche se non è rapido.

Il sistema esposimetrico si è sempre comportato in maniera affidabile utilizzando la misurazione multi (valutativa) e pesata al centro, con una leggera tendenza alla sottoesposizione, che avevamo già rilevato in precedenti modelli Fujifilm. Tuttavia, commutando su media, i risultati sono meno affidabili.

Fujifilm X Pro2 035

I quattro sistemi esposimetrici della X-Pro 2 a confronto. La misurazione media può dar corso ad errori in caso di forte controluce o comunque di forti sorgenti d'illuminazione all'interno del campo inquadrato

Come tradizione Fujifilm, anche questa mirrorless è dotata di una funzione denominata DR (Dynamic Range), che permette di variare la dinamica in funzione del contrasto. Valori più alti sono raccomandati per scene che includono sia la luce solare sia profonde zone d'ombra, ritratti scattati su sfondo molto luminoso e oggetti bianchi, tipo abiti da sposa ecc, in cui si vogliono preservare i dettagli. I valori impostabili sono AUTO, 100%, 200% e 400%. Passando dall'uno all'altro, raddoppia il valore minimo di sensibilità impostabile.

Fujifilm X Pro2 036

Le tre possibili regolazioni DR (ad eccezione di auto). Si noti, anche dall'istogramma, la chiusura delle alte luci e il boost delle basse con l'impostazione a 400%.

Highlight Tone e Shadow Tone permettono inoltre la regolazione fine del contrasto per le alte luci e le zone d'ombra, agiscono quindi selettivamente per evitare, rispettivamente, che si saturino le prime e si perdano i dettagli nelle seconde.

Anche in questo caso non è stato previsto l'HDR.

Infine, come accennato nell'introduzione, la X-Pro2 è dotata di convertitore RAW interno. La conversione dei dati RAW non prende in considerazione solo la compensazione dell'esposizione, il bilanciamento del bianco e altre impostazioni di controllo della qualità delle immagini, ma consente anche di applicare la simulazione film nel convertitore.