Corpo macchina ed ergonomia

Recensione - Test X-T1, mirrorless dal design retrò e qualità dell'immagine ai vertici della categoria.

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a cura di Tom's Hardware

Corpo macchina ed ergonomia

Come gli altri modelli Fujifilm serie-X, la X-T1 si presenta con un design ispirato alle fotocamere della seconda metà degli anni '70, pur con imprescindibili elementi moderni propri dell'era digitale. La presenza di un (finto) pentaprisma dalle linee squadrate in posizione quasi centrale e di ghiere e selettori meccanici sul lato superiore la fanno somigliare a una reflex, una tendenza sempre più frequente anche su modelli di altre marche. Questo aspetto rassicura l'utente circa la destinazione dell'apparecchio, pensato principalmente per il mercato prosumer ma senza escludere la possibilità di un impiego professionale, dove può giocare le sue carte vincenti – portabilità, robustezza, discrezione - in ambito giornalistico e nel reportage.

Se l'estetica ricalca da vicino quella di una reflex, grazie all'assenza dello specchio le dimensioni e il peso sono però più contenuti; quest'ultimo si attesta, infatti, sui 440 g per il solo corpo. Il confronto con una SLR semi-professionale formato APS-C di grande diffusione come la Canon EOS 7D non lascia dubbi:

Non sono tanto le dimensioni a fare la differenza, quanto il peso: gli 820 g per il solo corpo della 7D sono quasi il doppio di quello dell'ammiraglia Fujifilm!

Dicevamo nell'introduzione che il pregiato corpo in lega di magnesio pressofuso è resistente agli agenti atmosferici grazie all'utilizzo di apposite guarnizioni sigillanti in 75 punti. La temperatura minima di funzionamento è di circa 10 °C sotto lo zero!

Il Battery Grip Verticale opzionale (VG-XT1) è anch'esso completamente protetto per far fronte a condizioni atmosferiche avverse.

Al momento non sono disponibili obiettivi Fujinon tropicalizzati, ma quelli a venire – come il già annunciato XF18-135 mm - lo saranno. Le tre ghiere principali preposte alla compensazione dell'esposizione, alla scelta del tempo di otturazione e della sensibilità ISO sono realizzate in alluminio, finemente lavorate, mentre il display è protetto da un vetro rinforzato anti-graffio. Il corpo è stato progettato per un bilanciamento perfetto con tutte le ottiche Fujinon della Serie X, al fine di garantire la massima stabilità ed una presa efficace.

Dal punto di vista ergonomico, si apprezza senz'altro il lavoro svolto dal costruttore per mantenere il maggior numero di comandi disponibili "pronto uso" senza dover entrare nei menu, a tutto vantaggio dell'immediatezza d'azione. Sotto a due delle tre ghiere superiori già descritte, infatti, sono stati implementati rispettivamente il selettore DRIVE (scatto singolo, continuo, doppie esposizioni, braketing ecc.) e quello per la lettura esposimetrica (multi, spot, media). Sul lato posteriore, in alto, si trovano invece i tasti per il blocco dell'esposizione e della messa a fuoco, indipendenti. I selettori di comando rotativi sono due, uno anteriore ed uno posteriore e per scegliere il modo di messa a fuoco si fa ricorso ad un'ulteriore levetta posto a fianco della baionetta dell'obiettivo. Completano il quadro sei tasti funzione completamente assegnabili.

Tuttavia nell'uso strettamente professionale è importante avere accesso immediato, agevole e quanto più rapido possibile a questi comandi; da questo punto di vista dobbiamo ammettere che le reflex dei maggiori costruttori mondiali, Nikon e Canon in prima linea, hanno ancora qualcosa da insegnare. Il perché è presto detto. I numerosi controlli della X-T1 sono disposti su una superficie più ridotta; il minor spazio a disposizione obbliga a utilizzare tasti e comandi più piccoli, non sempre così facili da individuare e manovrare nell'uso rapido. I tastini FOCUS ASSIST, Q e DISP/BACK, posti sul retro, non sono sufficientemente in rilievo per poter essere individuati facilmente al tatto, soprattutto se l'occhio deve restare appicciato al mirino. Idem per i selettori rotativi anteriori e posteriori, che tendono a scivolare sotto il polpastrello.

Il tasto Q abilita l'utile finestra del menu rapido, che però è realizzata con icone tutte uguali che non facilitano la discriminazione a colpo d'occhio dei parametri più importanti (per esempio, modalità AF o bilanciamento del bianco) rispetto a quelli di minore importanza/utilizzo (simulazione immagine, nitidezza ecc). Inoltre, per passare da una voce all'altra del menu rapido, si utilizza sì il multi-selettore circolare, ma per impostare la relativa funzione si deve ricorrere al selettore rotativo che, al posto di trovarsi nelle vicinanze, dista almeno 5 cm rendendo necessario un continuo movimento, neanche troppo naturale, del pollice.

Sono piccoli dettagli che su una macchina di tale livello ci sembra giusto segnalare. E' anche vero che, prendendoci un po' la mano, molte delle operazioni descritte risulteranno più naturali e immediate.

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