Fusione nucleare fredda: nuovi test per l'eCat di Rossi

Un nuovo documento descrive i più recenti test fatti con l'eCat di Andrea Rossi.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Sono comparsi nuovi test che confermerebbero la validità del progetto eCat, vale a dire il reattore a fusione nucleare fredda sviluppato da Andrea Rossi. Il nuovo documento è firmato dagli stessi scienziati che avevano già valutato l'eCat nel maggio del 2013.

I nuovi risultati, raccolti nel marzo 2014, sostanzialmente confermano quelli precedenti: l'eCat produce energia con un COP (coefficiente di prestazione) tra 3,2 e 3,6 secondo le condizioni, e nei 32 giorni che è durato il test ha prodotto 1,5 MWh. Una quantità di energia "ben superiore a quella che si può ottenere da fonti chimiche note nelle piccole dimensioni del reattore", come si legge nell'abstract del report. Si deduce quindi che si tratti di fusione.

L'energia viene emessa misurando radiazione e convezione – sostanzialmente si è filmato l'eCat con delle termocamere abbinate ad altri strumenti per controllare le potenze elettriche in gioco. Scorrendo il documento sembra che tutto sia stato fatto nel migliore dei modi. Il problema è che questi test si espongono alle stesse critiche già espresse nel 2013.

Gli scettici vedono nell'eCat una probabile truffa o nella migliore delle ipotesi un colossale errore, e questi nuovi "test" difficilmente serviranno per sciogliere i nodi sollevati in passato. Tanto per cominciare il documento che sta circolando non è ancora stato sottoposto a revisione (peer rewiev) e infatti non è stato pubblicato nei canali ufficiali, come si legge anche sul sito di eCat.

C'è poi il fatto che il dispositivo è rimasto collegato all'alimentazione per tutto il tempo: scollegarlo sarebbe stato utile a escludere in modo assoluto fonti di energia esterne (le misurazioni si possono ingannare), ma Rossi non ha permesso questa verifica empirica. Ethan Siegel, che firma uno dei blog scientifici più apprezzati al mondo, esprime poi dubbi anche sulle radiazioni emesse e sui prodotti della reazione stessa – sottolineando che mancano alcuni dati fondamentali per sostenere il buon funzionamento dell'eCat.

Andrea Rossi

"O si sta verificando una reazione del tutto nuovo e inattesa, una che non produce radiazioni alfa, beta o gamma", scrive Siegel, "oppure qualcuno sta manipolando i reagenti per produrre qualcosa che simula la fusione (già accaduto in passato con l'eCat)".

Più di tutti però c'è una passaggio nel documento che obbliga alla cautela, se non all'aperto scetticismo: Andrea Rossi in persona, inventore dell'eCat e fondatore della società, non solo ha partecipato ai test ma ha attivamente manipolato i vari elementi, dall'inserimento dei reagenti all'avvio del reattore, fino al suo spegnimento. Rossi, per assicurare l'indipendenza dei test, avrebbe invece dovuto tenersi ben lontano dalla zona dell'esperimento.

Più che test sembra invece una forma di dimostrazione, e ci sono dubbi riguardo anche alle persone che vi hanno partecipato – selezionate dallo stesso Rossi. L'italiano, infine, tiene alcune informazioni sotto il più stretto riserbo per proteggerle dallo spionaggio industriale: ne ha tutto il diritto ovviamente, ma così alimenta gli inevitabili e doverosi dubbi.

Eppure tutti vorremmo che l'idea di Rossi fosse quella giusta, che fosse davvero una fonte di energia a basso costo, pulita e rinnovabile. Potrebbe salvare il mondo, e qualcuno che ci crede dopotutto c'è se Rossi ha trovato finanziatori. Speriamo solo che questa faccenda non si trascini troppo a lungo, e che presto si chiarisca una volta per tutte se l'eCat funziona oppure no. Secondo voi?