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Il problema della sicurezza e dei diritti sui contenuti

Il geo-blocking dei contenuti audiovisivi rappresenta ancora oggi una delle grandi contraddizioni dell'Unione Europea. In attesa che venga abolito così com'è avvenuto per il roaming telefonico, per chi vive all'estero ci sono i servizi di VPN. Consentono, in molti casi, di aggirare il problema, con implicazioni legali e di sicurezza spesso sottovalutate o poco conosciute.

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a cura di Tom's Hardware

Pubblicato il 04/01/2018 alle 09:27
  • Geo-blocking e streaming TV, come usare al meglio la VPN
  • Il problema della sicurezza e dei diritti sui contenuti

Proprio in relazione a Hola!VPN, abbiamo scritto a giugno 2015 un approfondimento circa la policy di questo servizio per quanto riguarda l'utilizzo della banda degli utenti che lo scelgono. La versione gratuita è strutturata come una rete nella quale ogni utente è un nodo. Se serve "un'uscita" negli USA, gli utenti iscritti al network residenti in quel Paese smistano il traffico richiesto, sfruttando la parte di banda che al momento è inutilizzata.

Questo permette al servizio di avere una grande flessibilità, ma anche di essere fonte di illimitati problemi. Mettiamo caso che qualcuno voglia consultare anonimamente un sito che contiene materiale illegale: di chi sarebbe l'indirizzo IP che si collega effettivamente al sito? Ovviamente quello dell'utente che ha rappresentato il nodo d'uscita. Cosa succederebbe in caso di indagine da parte delle forze dell'ordine? In tal senso, vi invitiamo a leggere il nostro articolo di due anni fa, lo trovate linkato qui sotto.

Leggi anche: Hola: VPN gratis per tutti, ma vendono la nostra banda anche ai malintenzionati

Insomma, spesso i servizi di VPN gratuiti, soprattutto per una questione di sostenibilità economica, profilano e vendono i dati dei propri clienti (come peraltro chiarito nella stessa licenza d'uso). Senza dimenticare la limitazione della velocità di navigazione, sempre legata a ragioni economiche.

Non solo. Come vi abbiamo raccontato in un altro articolo di luglio 2015, uno studio congiunto condotto dalla Sapienza di Roma e dall'Università Queen Mary di Londra, ha evidenziato che molte VPN commerciali sono vulnerabili a diverse tipologie di attacchi informatici. Tra queste, anche alcune a pagamento. Anche in questo caso vi invitiamo a leggere l'articolo linkato qui sotto.

Leggi anche: La Sapienza: le VPN non sono sicure come credete, meglio TOR

Quando si sceglie di utilizzare una VPN dunque, è bene essere consapevoli dei rischi di natura informatica a cui è possibile andare incontro. Ma questa non è l'unica problematica da tenere in considerazione quando si fa riferimento a servizi di questo tipo.

Il problema dei diritti sui contenuti

Com'è facilmente intuibile, tutto ruota attorno ai detentori dei diritti sui vari contenuti. L'esempio maggiormente calzante in questo caso è quello dei diritti per la trasmissione delle partite di calcio. In Italia, Mediaset Premium offre ai propri abbonati la visione degli incontri della Uefa Champions League. 

Ora, Mediaset Premium ha diritto a trasmettere le partite di Champions League solo sul territorio italiano, poiché all'estero (nel caso specifico nei vari Paesi dell'Unione Europea), le royalties sono state pagate da altre emittenti.

Mediaset Premium

Appare evidente dunque che utilizzare una VPN all'estero al fine di poter avere accesso, da abbonato, ad una partita della Uefa Champions League trasmessa da Mediaset Premium, possa configurare una violazione dei diritti in questione all'interno del Paese in cui avviene la fruizione, dove ci sarà un'altra emittente del posto autorizzata a trasmettere i contenuti in questione.

Caso analogo nel caso in cui si voglia, ad esempio, utilizzare una VPN statunitense dall'Italia per avere accesso al catalogo U.S.A. di Netflix. In questo catalogo è possibile visionare un contenuto come House of Cards, i cui diritti di trasmissione nel nostro Paese sono stati venduti in esclusiva a Sky.

House of Cards main characters

Insomma, la possibilità di violare questi diritti è assolutamente concreta. Non a caso Netflix, dopo un primo periodo di "manica larga", ha cominciato ad applicare una policy severa da questo punto di vista, annunciando, a partire da gennaio 2016, che tutti i clienti dovevano rispettare le limitazioni territoriali di distribuzione applicate ai contenuti. Come peraltro è sempre stato scritto sul contratto d'uso.

Leggi anche: Netflix fa rispettare i blocchi regionali, no Proxy e VPN

La questione che si ritrova a gestire l'Unione Europea non è perciò di semplice risoluzione. Riuscire ad unificare la fruizione dei diritti richiederebbe un importante sforzo, anche economico, da parte di una lunga serie di soggetti coinvolti. In attesa di novità dal Parlamento e dalla Commissione UE, è bene essere sempre ben consapevoli di cosa voglia dire utilizzare una VPN per i servizi di tv streaming.

Leggi altri articoli
  • Geo-blocking e streaming TV, come usare al meglio la VPN
  • Il problema della sicurezza e dei diritti sui contenuti

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