Giorgia Meloni chiede 100 mila euro di risarcimento per i video deepfake con la sua faccia

Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, ha avviato azioni legali per ottenere un risarcimento di €100.000 per dei deepfake pornografici

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a cura di Andrea Maiellano

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Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, ha avviato azioni legali per ottenere un risarcimento di €100.000 dopo che dei video deepfake pornografici con il suo volto sono stati diffusi su Internet.

Questi video falsi, che risalgono al 2022, sono stati caricati su un sito web pornografico statunitense e hanno generato milioni di visualizzazioni nel corso di diversi mesi. Attualmente, due uomini, un padre di 74 anni e suo figlio di 40, sono sotto inchiesta per aver creato tali contenuti diffamatori.

 I "deepfake" sono video o immagini in cui il viso di una persona viene digitalmente sovrapposto al corpo di un'altra.

La Meloni sta perseguendo il caso per diffamazione, un reato che, secondo la legge italiana, può comportare una pena detentiva. Il suo team legale ha dichiarato che, se la richiesta di risarcimento dovesse avere successo, i €100.000 verranno devoluti a un fondo a sostegno delle donne vittime di violenza maschile.

L'avvocato della Meloni, Maria Giulia Marongiu, ha descritto l'importo come "simbolico" e ha sottolineato che il suo obiettivo è inviare un messaggio forte alle donne vittime di abusi di potere, incoraggiandole a denunciare.

Questa non è la prima volta che i deepfake creano controversia. Celebrità come Taylor Swift sono state vittime di tali pratiche, con immagini sessualmente esplicite che circolavano sui social media e nelle chat room.

La condivisione di deepfake ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e sulla protezione delle donne online, portando addirittura alla criminalizzazione di tali pratiche nel Regno Unito nel 2023.

Tuttavia, i deepfake non sono solo un problema per le celebrità. Anche individui comuni hanno scoperto video falsi di se stessi online, violando la loro privacy e il loro senso di sicurezza. Questi casi dimostrano che la lotta contro i deepfake è una questione importante che coinvolge sia figure pubbliche che persone comuni.

Il problema dei deepfake non riguarda solo la privacy e la sicurezza online, ma solleva anche domande sull'uso etico della tecnologia. Mentre l'intelligenza artificiale continua a svilupparsi, è importante considerare come possa essere utilizzata in modo responsabile e etico per evitare abusi e danni alle persone coinvolte.

In conclusione, il caso della Meloni evidenzia l'urgenza di affrontare il problema dei deepfake e di adottare misure concrete per proteggere la privacy e la sicurezza delle persone online.