Google, Apple, Microsoft e altri da oggi rischiano multe miliardarie

Da oggi in Europa il Digital Services Act entra nel vivo, ma né le aziende né la Commissione sembrano pronte a rispettare la nuova legge

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Digital Services Act è in vigore da oggi, e in Europa le grandi aziende del settore digitale dovranno rispettare le nuove norme; in particolare offrendo una maggiore trasparenza e nuove opzioni agli utenti. Dovranno anche assumersi maggiori responsabilità, ma sembra che per il momento non siano pronte.

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La richiesta europea è senz’altro impegnativa, perché alle piattaforme è richiesto di, tra le altre cose,

  • Impegnarsi davvero per impedire la circolazione di prodotti falsi o pericolosi. Questo include permettere agli utenti di fare segnalazioni e instaurare rapporti di collaborazione fiduciaria con le persone che si dimostrano proattive in questo senso
  • Abbandonare politiche e strategie che privilegiano i propri prodotti: in breve, Amazon che non mette più i prodotti Amazon Basics al primo posto, o Google che non mette più i suoi link Google Shopping o Youtube prima di altri risultati.
  • I social network devono poter spiegare in ogni momento perché l’algoritmo raccomanda un certo contenuto, e devono offrire alle persone la possibilità di disattivare del tutto gli algoritmi, vedendo il feed in semplice ordine cronologico
  • Creare e mettere in pratica stratege attive per la lotta alla disinformazione e alla violenza online. Rimuovere velocemente i contenuti segnalati come falsi o pericolosi.
  • Fornire informazioni trasparenti sulle pubblicità: dovrà sempre essere chiaro chi ha pagato per un certo annuncio, e perché lo sto vedendo
  • Offrire strumenti semplici per negare il consenso alla profilazione online
  • Fornire termini e condizioni brevi e semplici da leggere

Sono richieste che minacciano in modo diretto il modello di business, e che se applicate faranno probabilmente calare fatturato e profitti. Comprensibilmente, le aziende stanno cercando di opporsi. Tuttavia sull’altro piatto della bilancia c’è la tutela dei diritti dei cittadini europei, che dovrebbe pesare più del fatturato.

Da oggi l’Unione Europea ha facoltà di controllare e sanzionare eventuali violazioni, con multe fino al 6% del fatturato globale, o anche blocco dell’attività.

In verità sia la capacità di fare i controlli sia la possibilità giuridica di applicare sanzioni sono tutte da verificare, e possiamo dare per scontato che gli avvocati avranno parecchio da fare. Passerà ancora del tempo prima di vedere qualche cambiamento, ammesso e non concesso che succeda davvero qualcosa.

E infatti, nel momento in cui scriviamo, non si notano ancora grandi differenze in Facebook, Instagram, Amazon, Google Search e tutti gli altri, ma per quello c’è ancora tempo. Oggi le piattaforme e i motori di ricerca devono fornire alla commissione una valutazione dei rischi autoprodotta, una sorta di autocertificazione. Il documento deve anche proporre una strategia per gli interventi correttivi.