Stipendi diversi, introti diversi

Il tasso di penetrazione in Occidente ha superato il 90%; è arrivato il momento di sbarcare nei paesi in via di sviluppo.

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a cura di Dario D'Elia

Stipendi diversi, introti diversi

In genere gli operatori mobili ricevono maggiori introiti dai mercati tradizionali, che da quelli emergenti. Negli Stati Uniti un carrier importante riesce a incamerare mediamente 50 dollari al mese per abbonato; questa cifra in Brasile scende a 3,5/7 dollari al mese. Un dato praticamente incontrovertibile dato che ogni famiglia brasiliana non supera i 400 dollari al mese di stipendio.

Per questo motivo la selezione dei prodotti da lanciare sul mercato e la valutazione delle infrastrutture più adatte devono essere frutto di scelte accurate. "L'ARPU (average revenue per user) è diverso da come siamo abituati", ha dichiarato Jon Fredrik Baksaas, CEO del carrier norvegese Telenor. "Quindi i servizi che offriamo devono essere profilati in relazione a questa tipologia di clienti. L'industria, inoltre, deve cercare di abbassare i prezzi dei terminali e dei network per collaborare proficuamente con i vendor".

"Nei paesi in via di sviluppo la maggior parte delle persone che si può permettere un cellulare lo possiede già", ha sottolineato Antonio Torres, direttore del business development for entry-level mobile phones della Nokia. "La sfida è quella di rendere questo prodotto accessibile alle persone che guadagnano non più di 50/100 dollari al mese. Per questi potenziali utenti l'acquisto di un cellulare è una grande spesa, quasi come un mezzo di trasporto".

Nel mondo, secondo le statistiche, vi sono circa 2,2 miliardi di utenti mobili. Ma gli esperti hanno confermato che entro la fine dell'anno questi raggiungeranno quota 3 miliardi grazie soprattutto all'incremento del numero dei clienti in India, Cina, Africa e America Latina. Di fatto nei paesi emergenti, al momento, mediamente solo il 30% della popolazione dispone di un cellulare.