I faretti LED degli aeroporti ci spiano? A Newark sì

Il New York Times denuncia che l'impianto illuminazione a LED dell'aeroporto di Newark nasconde un sofisticato sistema di spionaggio.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Il Terminal B del Newark Liberty International Airport è illuminato da 171 LED nuovi di pacca. Quello che la maggior parte dei visitatori ignora è che non si tratta di un banale, seppur evoluto, sistema di illuminazione, ma della spina dorsale di un sistema di spionaggio molto sofisticato. Il New York Times denuncia infatti che le lampade sono parte di una nuova rete wireless che raccoglie e invia i dati a un software in grado di identificare attività sospette e di avvisare di conseguenza il personale.

Il progetto, spiega il quotidiano, è ancora in fase iniziale, ma i responsabili pensano già di estenderlo ad altri terminali ed edifici. Ai clienti viene promessa una migliore gestione della sicurezza e un risparmio energetico notevole, il sospetto è che il prezzo da pagare possa essere l'ennesima violazione della privacy.

I Super LED di Newark

Le associazioni per la tutela della privacy sono sul piede di guerra, e al coro si unisce Fred H. Cate, direttore del Center for Applied Cybersecurity Research dell'Indiana University, che ha descritto il potenziale di abuso come "terrificante". La sua preoccupazione non deriva dalla tecnologia stessa, ma dalla combinazione di una tecnologia come questa e di un evento o un'occasione che giustifichino l'accesso indiscriminato ai dati da parte di terzi, oltre all'Autorità Portuale che ne è proprietaria e responsabile.

Oltre a monitorare quello che accade nel terminal per motivi di sicurezza, è infatti innegabile che i sensori coglieranno grandi quantità di dati sulle abitudini dei cittadini comuni. Quello di Newark è un caso che sta facendo clamore, ma soluzioni come questa saranno presto talmente diffuse che Person of Interest non sarà più solo una fantasia di Jonathan Nolan.

Fantascienza?

Una delle maggiori aziende del settore, Amerlux, sta infatti iniziando a integrare una tecnologia analoga nei suoi apparecchi a LED destinati, oltre che ai sistemi di videosorveglianza, alla sicurezza pubblica, alla gestione dei parcheggi, a quelli per la manutenzione predittiva e via dicendo. Secondo il NYT presto aziende come Cisco e Philips cercheranno di accaparrarsi quote in questo mercato.

Fra le città coinvolte nell'adozione di questi sistemi sono già in coda Las Vegas e Copenhagen, dove si progetta l'installazione di 20mila lampioni nell'ambito di una rete che controllerà non solo il traffico, ma anche l'inquinamento e altri parametri.

Fred Maxik, fondatore e chief technology officer del produttore di sistemi di illuminazione a LED Lighting Science Group, ha dichiarato che "nessuno oggi sa cosa sarà in grado di fare l'illuminazione domani". Vi sembra una minaccia?