I portali dei bagarini 2.0 intascano il 30% sulle vendite

SIAE, Federconsumatori e Adusbef hanno denunciato il fenomeno del "secondary ticketing" al Tribunale Civile e all'Agenzia delle Entrate. I portali si intascano il 30% delle transazioni.

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a cura di Dario D'Elia

SIAE, Federconsumatori e Adusbef hanno presentato un ricorso d'urgenza al Tribunale Civile per contrastare il fenomeno del "secondary ticketing", di fatto il nuovo bagarinaggio online. Si parla ancora della compravendita dei biglietti per il concerto milanese dei Coldplay. Com'è risaputo TicketOne è stato preso d'assalto da specifici software (ticket bot) che hanno rastrellato tutto in poco più di 20 minuti.

Dopodiché se ufficialmente il concerto sembrava esaurito, in verità sulle piattaforme di "secondary ticketing" come Viagogo, TicketBis o StubHub tutto era (ed è) ancora acquistabile a prezzi gonfiati.

coldplay a milano
Coldplay a Milano

"Lo chiamano secondary ticketing ma in realtà si tratta di bagarinaggio. È una vergogna che danneggia gravemente i consumatori ma anche gli autori e tutti i titolari del diritto d'autore", ha dichiarato Gaetano Blandini, Direttore Generale di SIAE. "Da alcuni anni stiamo tentando di perseguire questo fenomeno, un vero e proprio cancro per il settore, ma al momento non abbiamo gli strumenti per estirparlo".

Le segnalazioni sono state effettuate anche all'Agenzia delle Entrate. Per altro bisogna ricordare che Viagogo, TicketBis o StubHub hanno rispettivamente sede in Svizzera, Paesi Baschi e Stati Uniti.

TicketBis chiede al "baragarino" un indirizzo mail, nominativo, numero di telefono e i dati della carta di credito. Le pubblicazioni delle offerte sono gratuite, ma in caso di transazione a buon fine (per il mercato italiano) il venditore è obbligato a riconoscere al portale una commissione del 12% e mentre l'acquirente si fa carico di un ulteriore 18%.

"All'importo risultante verrà applicato l'aggravio dell'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) in vigore al momento della transazione", puntualizza TicketBis. In sintesi, il furbetto lascia al portale circa il 40% - se si considera l'IVA agevolata al 10%.

TicketBis

Le commissioni di TicketBis

Una seconda criticità che è emersa in questi giorni riguarda il fatto che "alcuni grandi organizzatori di concerti abbiano acquisito la proprietà di siti web di secondary ticketing", come ricorda il Direttore Generale di SIAE.

"Suscita un forte imbarazzo per una innaturale commistione di interessi che è nostro dovere segnalare alla Magistratura. Chi opera in questo modo infatti guadagna impropriamente sulle spalle di autori, artisti, produttori e di tutti coloro che lavorano nello spettacolo. Si tratta di un freno inaccettabile alla crescita economica oltreché alle opportunità di lavoro nel settore dello spettacolo e della cultura".

La portata del fenomeno è ormai globale e persino il Congresso statunitense si sta muovendo per trovare una soluzione. Il Senate Commerce Committee sta vagliando il "Better Online Ticket Sales Act", una nuova legge appena approvata alla Camera che potrebbe proibire la vendita dei biglietti ottenuti con la violazione dei sistemi di sicurezza dei portali ufficiali di ticketing.  

Ogni abuso potrebbe essere considerato come pratica scorretta e ingannevole ai sensi del Federal Trade Commission Act. Ad ogni modo per fare la festa al bagarinaggio online bisognerà attendere il voto del Senato.