Il Tutor è mio: Autostrade mi deve 7,5 miliardi di euro

Il brevetto del Tutor pare essere di proprietà di Romolo Donnini, uno sviluppatore che ha mostrato il progetto ad Autostrade per l'Italia nel 1999. Da allora c'è una querelle legale, che adesso vede anche il coinvolgimento dell'unico licenziatario.

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a cura di Dario D'Elia

Chi ha inventato il Tutor? L'odiato sistema elettronico che misura la velocità media dei veicoli in autostrada è protagonista di una querelle tra Atlantia, holding di Autostrade per l'Italia, e i due imprenditori Romolo Donnini e Alessandro Patanè. Pare che il colosso italiano delle autostrade abbia soffiato loro la tecnologia della piattaforma software Sicve (Safety Tutor). Ecco spiegato il motivo per cui il 3 dicembre presso il Tribunale di Roma andrà in atto una battaglia legale per stabilire la legittimità della proprietà tecnologica. Donnini e Patanè chiederanno alla corte di essere risarciti con 7,5 miliardi di euro.

Atlantia si dice estranea ai fatti e nell'ultima relazione finanziaria semestrale, di cui riporta un estratto il Corriere della Sera, si legge chiaramente che la posizione dell'azienda è inattaccabile. "Per tutelare la posizione del Gruppo a fronte di reiterate richieste economiche del Sig. Alessandro Patanè [...], afferenti alla titolarità del software del sistema Sicve (Safety Tutor), Autostrade per l'Italia e Autostrade Tech hanno notificato nei confronti del Sig. Patanè [...] un atto di citazione avanti al Tribunale di Roma, per veder accertata e dichiarata l'infondatezza delle pretese economiche dallo stesso vantate".

"[…] tutte le domande riconvenzionali non hanno alcuna chance di accoglimento, essendosi i convenuti costituiti tardivamente e con richieste inammissibili e infondate nel merito".

Tutor di Autostrade

Pare che la vicenda sia iniziata nel lontano 1999 quando la società informatica di Donnini, la Craft, brevetta un "sistema di sorveglianza e controllo del traffico su strade e autostrade". In pratica identifica le targhe posteriori e grazie all'uso di due postazioni misura la velocità di percorrenza dei veicoli e l'eventuale superamento dei limiti. Donnini si presenta ad Autostrade per l'Italia ma non riscuote successo. La Polizia stradale, secondo lo sviluppatore, sembra interessata e riceve il brevetto, ma poi non si fa più sentire.

"Poi, nel 2004 Polizia stradale e Autostrade annunciano di aver inventato e brevettato un rivoluzionario sistema di rilevamento della velocità media (Sicve) per il controllo dei veicoli. Cioè la stessa invenzione brevettata da me", dice l'imprenditore. "Anche Autostrade ha presentato domanda di brevetto […] una pedissequa copiatura […] camuffata con la specificazione di una componente secondaria".??

In effetti il sistema Craft rileva il passaggio dei veicoli grazie a una serie di raggi luminosi mentre il Tutor di Autostrade usa sensori affogati nell'asfalto. Donnini chiede 1,5 milioni di euro per chiudere la questione; l'azienda propone 150mila euro. Finiscono in tribunale e quello di Roma dà parziale ragione allo sviluppatore pur riconoscendo che Autostrade non ha contraffatto il brevetto Craft. In sintesi la tecnologia di Donnini "ha caratteristiche distintive innovative rispetto alla tecnica nota" ma nessuno ha copiato.

Passa del tempo e nel 2008 Donnini concede la licenza d'uso della tecnologia alla Alessandro Patanè srl, "la società detentrice della proprietà intellettuale del software che gestisce il Tutor di Autostrade", come sottolinea il Corriere della Sera.

Sembra la fine della querelle ma Patanè sporge querela per aggiotaggio, turbativa d’asta, truffa e contraffazione nei confronti di Atlantia. Questa risponde che il Tutor - gestito dalla Polizia Stradale - non genera ritorno economico all'impresa quindi scatta la controffensiva in tribunale con l'atto di citazione.