Internet più veloce con fibra e intelligenza artificiale

Due diverse ricerche promettono maggiori velocità per navigare e trasferire dati.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Nuovi cavi ottici e computer che decidono come gestire i segnali, è così che Internet diventerà più veloce. Le due novità sono suggerite rispettivamente dalla DARPA e dal MIT, e promettono grandi miglioramenti tanto nella velocità del trasferimento dati quanto nell'efficienza con cui vengono gestiti i dati.

Gli scienziati della DARPA hanno infatti realizzato cavi ottici "vuoti" nei quali la luce si muove nell'aria invece che nella fibra di plastica o di vetro, come accade con i cavi usati attualmente. Il risultato è una velocità maggiore del 30%.

Inoltre, grazie ai cristalli fotonici che fanno rimbalzare la luce all'interno del cavo in modo molto efficiente, è possibile usare meno ripetitori. I ricercatori spiegano che questi cavi non solo aumentano il bandwidth disponibile, ma mantengono anche la polarizzazione della luce in ogni circostanza.

La DARPA ha intenzione di usare questo ritrovato per il COUGAR – un sistema di navigazione che dovrebbe funzionare anche in assenza di segnale GPS. In ogni caso che non è la prima a produrre cavi ottici vuoti. Il ritrovato del MIT (Massachutes Institute of Technology) da questo punto di vista è forse più innovativo.

I ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory e del Center for Wireless Networks and Mobile Computing hanno infatti programmato un'intelligenza artificiale per gestire la congestione del traffico TCP. L'algoritmo prende il nome di Remy, e promette miglioramenti sostanziali rispetto al lavoro fatto dagli umani.

Remy svilupperà algoritmi per gestire connessioni multiple con carico variabile, grazie ha un'intelligenza artificiale progettata per apprendere dai propri tentativi ed errori: l'utente dà a Remy alcune informazioni di riferimento, e il computer tenterà diversi algoritmi fino a ottenere le migliori prestazioni di rete possibili.

"Non somiglia a nulla che abbiamo visto negli ultimi 30 anni", ha commentato Keith Winstein, tra i ricercatori che hanno partecipato. "Tradizionalmente il TCP conta su regole relativamente semplici per l'endpoint, con un comportamento complesso quando lo si usa. Con Remy è vero il contrario. Crediamo che sia un bene, perché i computer sono ottimi nel gestire la complessità".

Nei primi test eseguiti Remy si è mostrato capace di raddoppiare il throughput di una rete, e di ridurre la latenza di due terzi. Testato su una rete cellulare virtuale, invece, i vantaggi sono stati fra il venti e il trenta percento, con una latenza ridotta (dal 25 al 40%).