iPhone inviolabile, ci risiamo. Dopo FBI la Procura di Bari

L'iPhone 6 Plus di un presunto terrorista, che potrebbe contenere informazioni sensibili, ancora una volta è inviolabile. Si ripete il caso di San Bernardino.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La "pistola fumante" è ancora una volta un iPhone. Questa volta si tratta di un 6 Plus. Sbloccarlo a scopo di indagine è diventato l'incubo degli inquirenti. Mesi fa si parlava del caso San Bernardino, adesso è la volta della Procura di Bari.

Martedì due persone sono state fermate proprio nel capoluogo pugliese e un'altra a Milano con l'accusa di far parte di una cellula terroristica legata allo Stato islamico e ad Al Qaeda. Altri due sono sfuggiti alla cattura dirigendosi in Afghanistan.

smoking gun

In un anno di indagini si è potuto appurare che stavano raccogliendo materiale fotografico, e non solo, per pianificare (probabilmente) attentati. Oggetto del loro interesse soprattutto porto e aeroporto di Bari, il centro commerciale Ipercoop Santa Caterina, sempre nel capoluogo pugliese, e altre strutture in Francia, Belgio e Inghilterra. "Non potevano avere alcun valore turistico", sostengono i pubblici ministeri Giuseppe Drago e Roberto Rossi.

"L'organizzazione, che aveva disponibilità di armi, predisponeva, tramite la preventiva ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione fotografica e video), attentati terroristici presso aeroporti, porti, mezzi delle forze dell'ordine, centri commerciali, alberghi oltre che di altri imprecisati attentati terroristici in Italia e Inghilterra".

iphone

Ed è sufficiente questa ricostruzione per far scattare il reato di "pericolo presunto" in relazione all'articolo 270 bis del codice penale che riguarda l'associazione con finalità di terrorismo internazionale. "Perché ci sia il reato non è neppure necessario il compimento dei reati oggetto del programma criminoso, occorre soltanto l'esistenza di una struttura organizzata che renda almeno possibile l'attuazione di tale programma", si legge nella sentenza del 22 aprile 2008 della Suprema Corte.

L'iPhone 6 Plus, bloccato con password e impronta digitale, sequestrato al poi fuggitivo Mansoor Ahmadzai (nelle prime fasi dell'inchiesta era indagato a piede libero) diventa quindi metaforicamente una pistola fumante, poiché potrebbe contenere una serie di elementi di prova atti a confermare la tesi degli inquirenti.

bari
Bari

Video per fabbricare ordigni, scambi di mail, messaggi, i file audio di indottrinamento e addestramento e tanto altro sarebbero a portata di mano se non fosse che lo smartphone "non collabora". 

Che si tratti di dati su Cloud o direttamente archiviati sull'iPhone, il colosso di Cupertino sarebbe chiamato a rispondere. Tuttavia "se Apple non l'ha sbloccato [ndr. l'iPhone] per l'FBI, non lo farà certo per noi, è inutile chiederlo", ha dichiarato il PM Roberto Rossi, "Questo è un vero problema che va posto effettivamente, perché l'equilibrio tra tutela della privacy e tutela della persona è un problema serio che bisogna porre a livello internazionale".

L'FBI ha superato l'ostacolo affidandosi a società terze, ma si trattava comunque del "vecchio" iPhone 5c. Non è chiaro se si possa replicare la stessa modalità sull'iPhone 6 Plus, anche perché il software nel tempo viene aggiornato, le procedure di sicurezza affinate. È una corsa contro il tempo. Bisogna essere più svelti dei terroristi. E di Apple.