John Romero boccia la realtà virtuale: moda passeggera

John Romero, autore di Doom insieme a John Carmack, è decisamente scettico sull'ondata di entusiasmo che coinvolge il mondo della realtà virtuale.

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a cura di Roberto Caccia

John Romero, uno degli autori di Doom e cofondatore di iD Software, ha espresso il suo scetticismo nei confronti della realtà virtuale definendola poco più di una moda passeggera. Un punto di vista diametralmente opposto rispetto a quello di John Carmack, direttore tecnico di Oculus VR ed ex socio in affari di Romero ai tempi di iD Software e Doom.

Romero ha ammesso di essere rimasto strabiliato dalla qualità del rilevamento dei movimenti della testa e dell'immersione garantita dall'Oculus Rift. Tuttavia lo storico sviluppatore di Doom sostiene che la realtà virtuale avrà qualche difficoltà a essere accettata dalla massa a causa della sua natura isolante.

Non è un segreto infatti che un'esperienza con l'Oculus Rift sia in grado d'isolare completamente l'utente dal mondo esterno, e secondo Romero il mondo dei videogiochi sta procedendo in direzione opposta.

"La realtà virtuale si sta allontanando dal modo in cui si sviluppano i giochi e si spingono verso il multiplayer e funzioni social. È una sorta di passo indietro, una moda passeggera. Forse in futuro ci sarà una realtà virtuale migliore, in grado di eliminare l'isolamento", ha spiegato Romero durante un recente evento dedicato ai videogiochi.

Secondo lo sviluppatore un altro problema critico dei visori per la realtà virtuale è che richiedono troppo "lavoro fisico" da parte degli utenti.

"Il design ottimale per i giochi richiede input minimi per l'output massimo. Quando guardate i giocatori alle prese con mouse e tastiera li vedrete muovere a malapena le loro dita e le mani, ma sullo schermo osserverete movimenti pazzeschi e le cose più disparate. […] Finché la realtà virtuale non risolverà la questione non riesco a vedere come possa diventare popolare", spiega Romero.

Un parere tutto sommato condivisibile, anche se non crediamo che la chiave del discorso non si possa definire in termini assoluti. Sicuramente la realtà virtuale ha ancora bisogno di una grande quantità di lavoro per sfondare nel mondo dei videogiochi, ma le sue potenzialità, anche al di fuori di questo ambito, sono sicuramente elevate. Voi cosa ne pensate?