Kim Dotcom: Megaupload chiuso per far rieleggere Obama

Kim Dotcom sta preparando la sua difesa, che lo vede imputato per violazione di copyright. Anticipa qualcosa online: uso legittimo, tentativi di accordi con le major, implicazioni politiche. Ce n'è per farne un film.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Chiudere MegaUpload e arrestare Kim Dotcom è stata un'operazione politica sponsorizzata dalle major del cinema, non una questione di legalità. Questa è la linea difensiva del fondatore del sito, da poco uscito dal carcere e in attesa di processo.

Sappiamo che MU era pieno di contenuti illeciti, ma dimostrare la responsabilità legale degli amministratori è un altro paio di maniche. Per questo gli investigatori dell'FBI stanno cercando di accusare Dotcom di un reato più chiaro, come la condivisione esplicita di materiale pirata.

Oggi Kim Dotcom si mostra come un padre amorevole

A Kim Dotcom si contesta di aver distribuito un brano di 50cent nel 2006, ma per lui si trattò solo di testare il sistema di condivisione privata di MegaUpload. "Questo è tutto ciò che hanno, una canzone?", ha detto Dotcom a Ernesto di TorrentFreak.

Un'altra falsità riguarderebbe la possibilità di cancellare i contenuti, data ai produttori. "Era offerta volontariamente, non era una richiesta legale", spiega Dotcom; e aggiunge che comunque Warner Bros, Disney, RIAA e Sony hanno cancellato milioni di link da MegaUpload. Potevano farlo fino a 100.000 volte al giorno.  

Dotcom poi è d'accordo con Google, sul fatto che a MegaUpload andrebbe applicata la politica del porto sicuro (Safe Harbor), per cui il servizio non è responsabile per le azioni degli utenti, e l'azione giusta è rimuovere i link senza toccare i file.

E poi c'è la questione dei contenuti legittimi. Inutile negare che i file legali fossero la minoranza, ma esistono. Dotcom cerca di prendere la pancia e il cuore degli Stati Uniti, citando migliaia di militari al fronte che usavano il servizio per condividere video e immagini con i propri familiari a casa. Una scelta forse discutibile, ma dopotutto in guerra tutto è lecito, e l'avversario non si sta risparmiando.

A complicare ulteriormente la questione si aggiunge poi un altro dettaglio; almeno fino al 2010 i produttori cinematografici avrebbero provato a cercare una collaborazione redditizia con MU, senza però giungere a un accordo.

Allora perché un'iniziativa così eclatante e violenta contro Megaupload, che pure non era l'unico a consentire la pirateria?

Ma prima preferiva un altro tipo d'immagine

"Mega è diventato uno strumento elettorale negli affari tra la Casa Bianca e la MPAA. Se io fossi un candidato Repubblicano indagherei su questa faccenda", ha detto Dotcom, come se non sapesse che agli occhi dell'elettorato ciò significherebbe mettersi contro le potenti lobby di Hollywood. L'ipotesi di Dotcom comunque non è da escludere: perché non sarebbe una novità nella politica statunitense USA, e anche perché molte persone del governo provengono proprio dallo show business.

E poi Dotcom prova a giocarsi le stesse carte dei produttori, dicendo che così facendo gli USA perdono la leardership tecnologica e allontanano gli investimenti. Così sono a rischio fatturati e posti di lavoro nel settore IT, una perdita che "finirà per superare le perdite gonfiate che la MPAA e suoi miliardari affermano di subire a causa della pirateria".

Non resta che attendere l'avvio del processo e la prima mozione difensiva, un documento che sarà ricco di dettagli interessanti, secondo l'indagato più famoso della Rete. Non vediamo l'ora.